“ALTRO E ALTROVE”: QUANDO LA PAROLA INCONTRA LA LUCE

A Caianello la presentazione del libro di Marisa De Quattro e Angela Maria Antuono: un dialogo intenso tra scrittura e fotografia, tra realtà e sogno.

Nel cuore di Caianello, tra le mura dell’Aula Consiliare di Via Ceraselle, domenica 12 ottobre 2025 è stato presentato il libro “Altro e Altrove”, un progetto a quattro mani che intreccia la parola letteraria di Marisa De Quattro e la visione fotografica di Angela Maria Antuono.

All’incontro, promosso dal Comune di Caianello, hanno partecipato il professor Pasquale Areniello, i dottori Francesco Franza e Albino Zarrella. La narrazione è stata affidata alla voce dell’avvocato Roberto Iannalfo, mentre le atmosfere sonore erano a cura di Eduarda Iscaro.

“Altro e Altrove” è un dialogo tra due forme d’arte che si incontrano e si riconoscono. Le “miniature letterarie” di De Quattro e le “visioni di luce” di Antuono nascono da uno stesso desiderio: quello di trattenere ciò che sfugge, di dare voce a ciò che resta sospeso tra visibile e invisibile.
Le fotografie in bianco e nero di Antuono non illustrano né spiegano, ma rivelano. Sono, come lei stessa afferma, “una postura dell’anima, un modo di stare al mondo”, dove il bianco e nero diventa linguaggio dell’essenziale, eco di un’assenza che parla.

A queste immagini si affiancano le parole di Marisa De Quattro, che esplora la fragile soglia tra il detto e il taciuto. I suoi testi nascono dall’osservazione minuta del dettaglio, da un’inquietudine che cerca forma, da un bisogno di raccontare senza spiegare, di ascoltare senza chiudere in un significato. “Ogni storia – scrive l’autrice – è un attraversamento, una deviazione, un modo per lasciare arieggiare una ferita.”

Il libro si fa così spazio condiviso, dove la fotografia diventa racconto e la parola immagine. “Insieme – raccontano le autrici – cerchiamo il nostro luogo, un ‘altro e altrove’, dove lo sguardo si apre al mistero e al sogno.”

Un incontro, quello di Caianello, che si annuncia come un viaggio nell’arte e nella memoria, nel tempo sospeso del Sud, “dove le madri sono già diventate memoria e le figlie camminano fianco a fianco, senza un disegno preciso”.
Un invito a sostare, a guardare senza fretta, ad ascoltare la voce silenziosa delle immagini e delle parole che le accompagnano.

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