“A spasso con Daisy”, altra tournèe di successo assicurata
E’ bello vedere i teatri di nuovo pieni, e se lo spazio in questione è quello di Tor Bella Monaca dell’omonimo quartiere romano c’è un motivo in più per gioire.
Una soddisfazione quasi scontata se sul palco c’è un tris di attori eccellenti come Milena Vukotic, Salvatore Marino e Maximilian Nisi e il testo di Alfred Uhry “A spasso con Daisy”, già Pulitzer 1988 per la drammaturgia e poi film da quattro Oscar e molti altri premi.
Lo spettacolo teatrale, adattato da Mario Scaletta e messo in scena da Guglielmo Ferro, dopo il grande trionfo registrato lo scorso anno in molte città italiane, ha scelto Roma, purtroppo con solo due serate, per l’avvio della nuova tournée.
L’atto unico scorre veloce grazie anche alla naturale interpretazione degli artisti, bravi nel mantenere il totale distacco da quella dei colleghi della pellicola cinematografica e uno spicchio di italianità, pur trattandosi di una commedia ambientata negli USA degli anni ’40, ’50 e 60.
Uno scorrere del tempo che si nota soprattutto grazie ai costumi di Graziella Pera e alle musiche di Massimo Pace.
Essenziale ma piacevole la scenografia di Fabiana Di Marco che vede posto sullo sfondo un maxischermo che funge ora da finestrone di casa e ora da lunotto dell’auto (stilizzata in un angolo del palco).
Daisy (Milena Vukotic) è un’anziana maestra in pensione, ricca signora ebrea che vuole apparire povera. È vitale e indipendente, nonostante l’età, dunque assolutamente contraria alla decisione presa dal figlio Boolie, (Maximilian Nisi) di assumere un autista che la porti in giro.
Hoke (Salvatore Marino), l’autista che verrà ingaggiato, è un uomo di colore e analfabeta, ma tanto paziente da riuscire, giorno dopo giorno, anno dopo anno, tanti battibecchi e battute pungenti che celano in realtà un affetto profondo, a conquistare la fiducia e la complicità della donna.
Lo spettacolo chiude il sipario davanti ad una platea che, entusiasta per tutto l’insieme, si è lasciata andare in un interminabile applauso e fiori per la “signora del teatro” Milena Vukotic impeccabile nel ruolo.
Adorabile e perfetto Salvatore Marino, l’autista paziente e tenero (nel film impersonato da Morgan Freeman), che riesce senza mai esagerare ad avere la mimica perfetta sia di uomo di mezza età che ancora più anziano.
Non è da meno Maximilian Nisi, che pure si trova ad affrontare il passare del tempo nel ruolo del figlio Boolie: da giovane e fiero a buffo e appesantito uomo di affari ma comunque esasperato dalla madre a cui vuole un gran bene.
Una commedia, insomma, da non perdere. Sia per l’importanza delle tematiche trattate, e purtroppo ancora attuali, come il razzismo, la convivenza tra etnie diverse, il rapporto madre-figlio e la solitudine, sia per il piacere di toccare quasi con mano l’elevata capacità degli attori.
Perché è questo che distingue il palcoscenico dallo schermo.