A Firenze torna il Festival delle Generazioni con l’intervista impossibile di Mirabella
Venerdì 12 ottobre a Palazzo Vecchio, per l’edizione speciale del Festival delle Generazioni promosso dal sindacato dei pensionati della Cisl.
Da una parte un personaggio televisivo (ma è anche attore e regista teatrale) che ha fatto del garbo e dell’ironia la sua cifra stilistica. Dall’altra, il “Napoleone della musica”, un compositore rivoluzionario, nato nel 1792 e morto esattamente 150 anni fa. È una “Intervista Impossibile” quella che andrà in scena venerdì 12 ottobre a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, per l’edizione speciale dedicata al grande tema “Rappresentanza è Democrazia” del Festival delle Generazioni promosso da Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl.
Recuperando uno storico format della radio degli anni settanta, in cui uomini di cultura contemporanei reali fingono di trovarsi a intervistare fantasmi redivivi di persone appartenenti a un’altra epoca, Michele Mirabella, oggi conduttore di “Tutta salute” su Rai 3, intervisterà Gioachino Rossini per uno spettacolo inedito ideato con Gabriele Duma, regista e attore.
L’incontro – intervista fra Michele Mirabella e Gioachino Rossini è un bel gioco, un pretesto per ragionare sull’oggi fingendo di raccontare cose di ieri. È mettere a confronto sensibilità apparentemente lontane, eppure legate dall’amore per il teatro, dall’ironia, dal disincanto, dalla ferma convinzione che la comicità è quanto mai necessaria per far discorsi seri. Così i cenni alla biografia rossiniana e alle esperienze artistiche del grande, fortunato eppure travagliato, genio musicale, divengono metafore che si aprono a divertite quanto serie considerazioni sulla nostra contemporaneità. Temi quali il passaggio di generazione, la partecipazione, la rappresentanza, la passione e la competenza, il genio e la fuga, la responsabilità, appaiono in filigrana nella chiacchierata dei due interlocutori che, se pure partono da posizioni diverse, finiscono per concordare, ad esempio, sulla necessità di un ufficio di pubbliche raccomandazioni utile a favorire i talenti e a smascherare i nepotismi.
Ugualmente inteneriti dalla irruenza dei giovani e dalla nostalgia dei vecchi che difficilmente sfuggono alla morsa di un destino che li vuole o gabbati o abbandonati,
Mirabella e Rossini si riconoscono, si annusano, si provocano e punzecchiano, mantenendo l’anacronistico eppure sempre elegante “voi”, senza mai perdere quell’afflato umano che affratella chi crede che la buona arte, se pure non salverà il mondo, sicuramente lo renderà migliore.