Lavoro e donne, diritti e doveri a confronto

A Villa Domi un convegno sul divario di genere : “Lavoro fra diritti e doveri: verso una nuova prospettiva”. Un tavolo per creare una rete e individuare misure utili a ridurre il divario.
Hanno partecipato con testimonianze personali e professionali Carmela Cucca dirigente MISE, Virginia Ciaravolo Psicoterapeuta-criminologa, Laura Sora Dirigente MEF, Raffaella Pergamo CUG, Enrichetta Barbati Dirigente Consiglio Comunale, Maria Neve Mazzocchi – Area Personale – Pubblica Amministrazione, Patricia Mayorga presidente AMMPE world.
Ha moderato i lavori Rosa Praticò Presidente dell’associazione Officina delle idee, responsabile delle donne che fanno impresa di Confesercenti Napoli.

Sono intervenute psicologhe imprenditrici e funzionarie della pubblica amministrazione, tutte si sono lamentate di quanto il divario maschi-femmine nord sud sia ancora molto presente.
Gli uomini possono decidere di fare smart-working mentre le donne no, oppure lo scelgono apposta per poter stare vicino ai bambini, per potersi creare una famiglia.
Molte hanno sottolineato l’importanza della famiglia e di quante difficoltà debbano portare avanti per metterla su, oppure fare il contrario e cioè rinunciare ad una carriera per i figli, per poterli accudire, crescere anche se lo smart working gli sta dando una mano spesso e volentieri questa opportunità è considerato una leva purtroppo non positiva perché le si costringe a non avere più orari, lavorare a qualunque ora del giorno e della notte quando invece l’ideale lavorativo sarebbe in gergo “la tripla 8”, otto di lavoro, otto per la famiglia e otto per dormire.

Il confronto fra lavoro e doveri richiede esperienze di diversi settori e una fase di programmazione e di azioni costruttive specialmente per ridurre il divario di genere così come richiesto dalle pari opportunità.

In questa ottica al dibattito hanno preso parte esponenti di diversi settori lavorativi dirigenti del Mise, del Mef, imprenditori, dirigenti di consigli comunali, in pubblica amministrazione, una psicoterapeuta, e dal confronto fra queste aree così diverse vogliamo focalizzare l’attenzione anche sugli effetti della pandemia che ha aumentato il divario fra donne e uomini riducendo notevolmente i progressi ottenuti negli ultimi anni, è quindi necessario riportarlo ad un gap più normale e naturale.

Temi di attualità quali la transizione di genere, il lavoro da remoto l’introduzione di un organismo di innovazione paritetico che cercherà di far vedere come rafforzare appunto il focus su questa problematica anche in riferimento a relazioni sindacali senza entrare in conflitto.

La transizione di genere e cioè quel percorso che una persona vuole portare avanti quando sente di non appartenere più al genere biologico con cui è nato.

Il lavoro da remoto e le sue problematiche, i cambiamenti che questo tipo di lavoro comporta all’interno delle famiglie, molte donne lo preferiscono per avere orari più flessibili, potersi dedicare alla famiglia, anzi molte preferiscono il lavoro in ufficio tre volte alla settimana in maniera tale così da ritornare in società, nei contatti umani e non rimanere legati ad un ufficio in casa.

Le donne in sofferenza, che non riescono a diventare indipendenti, per questo motivo hanno ancora più bisogno di essere aiutate, la psicologa la dottoressa Ciaravolo nel suo intervento sulla difficoltà che incontrano se vogliono allontanarsi da una situazione difficile, da un percorso di violenza, il primo gradino è quello di diventare indipendenti e da questo tavolo cercheremo di dare spunti per aiutare le donne a trovare soluzioni attraverso percorsi statali e psicologici.

Si cerca attraverso un percorso comune di uscire fuori dagli stereotipi.

Per arrivare a un percorso dirigenziale sicuramente bisogna fare qualche sacrificio, un marito, una famiglia, dei figli che magari si vedono poco, che soffrono, purtroppo per arrivare a una carriera bisogna fare qualche sacrificio però il trucco è comunque la ricerca di un equilibrio ovvero non fare mai mancare in famiglia il proprio apporto, equilibrare da una parte il lavoro impegnativo dall’altro essere presente.

Un’altra casistica che viene fuori da una ideologia stranamente patriarcale è ad esempio il congedo parentale che non viene utilizzato maschi perché lo considerano un argomento secondario quando invece sono un un ottimo strumento per stare vicino alle proprie famiglie, è un problema culturale che bisogna sfatare.
Si è parlato anche di un argomento di attualità qual è quello di una famosa imprenditrice che preferisce le donne che hanno passato i 40 in quanto sono donne realizzate nella vita, nella famiglia e che quindi possono diventare collaboratrici h24.

Un’altra stortura del discorso se si vogliono mantenere i propri collaboratori in una certa soglia di attenzione bisogna preoccuparsi che abbiano i loro spazi, che riescano ad andare avanti con le loro esigenze ma sentir parlare di una imprenditrice che vuole i propri collaboratori h24 fa venire in mente uno sfruttamento che non una collaborazione ad alti livelli.

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