“Imbavagliati” Wafa Ali Mustafa ritira il Premio Pimentel Fonseca

Nella Sala Di Stefano del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, la VII edizione di “Imbavagliati” Il Festival internazionale di giornalismo civile.
Ideato e diretto da Désirée Klain, dal 2015 dà voce a quei giornalisti che nei loro paesi hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi.
Dalla Russia alla Siria, vengono premiati giornalisti e attivisti perseguitati dal regime, l’attivista siriana Wafa Ali Mustafa, Asmae Dachan.
Il tema della settima edizione “straordinaria” della manifestazione contro i bavagli è “Confi-Nati”: un modo per accendere una luce su quelle popolazioni, che vivono in luoghi dove per gravi conflitti interni non si riesce a sopravvivere, ma neppure a fuggire, schiacciati dalla guerra e dalla difficoltà ad emigrare.
Il Festival è stato aperto con la cerimonia di consegna del Premio Pimentel Fonseca a Wafa Ali Mustafa, del Premio Honoris Causa per la prima volta un’italiana la Presidente del Comitato UNICEF Margherita Dini Ciacci.

Il riconoscimento, conferito attraverso la decisione di un comitato scientifico, presieduto da Nino Daniele, è dedicato alla memoria di Eleonora Pimentel Fonseca, patriota napoletana e fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, che trovò la morte nei moti rivoluzionari napoletani il 20 agosto del 1799 a Piazza Mercato. 
In onore della storica giacobina, le protagoniste della manifestazione sono giornaliste e attiviste, che portano avanti la difesa dei diritti civili.

Sono intervenuti Asmae Dachan, giornalista professionista, fotografa, poetessa e scrittrice italo-siriana, Waad- al-Kateab giornalista e regista nominata al Premio Oscar per il documentario ‘For Sama, il Presidente dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Massimiliano Marotta, la Direttrice del Goethe – Institut di Napoli Maria Carmen Morese, il Presidente del comitato scientifico ‘Premio Fonseca’ Nino Daniele, l’Assessore all’Urbanistica Laura Lieto, la giornalista Roberta D’Agostino.
Prevista anche una performance teatrale a cura dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema di Gianni Sallustro.

Wafa Ali Mustafa, giornalista siriana in esilio a Berlino, simbolo internazionale della Resistenza del suo popolo, perché “in lei convivono nel presente gli ideali, il coraggio, l’altruismo, l’amore per i suoi cari, per il suo popolo e per i diritti di ogni persona che animarono la vita di Eleonora”.
Ogni giorno attraverso i social ai circa 12 mila follower Mustafa racconta della sua attività giornalistica e il suo impegno per i diritti umani, in prima linea per la liberazione dei detenuti del regime di Assad e il riconoscimento dei rifugiati siriani, ha ampiamente esercitato pressioni sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, chiedendo il rilascio dei nomi e delle posizioni di tutti i prigionieri politici catturati e spesso spariti nel nulla.
Celebrata dal “The Guardian”, che le ha dedicato un intenso servizio, la giornalista ha raccontato di come sia iniziato il suo attivismo e che cosa la spinge a sfidare la violenza del regime siriano, da quando aveva appena 23 anni.

Il “Premio Honoris Causa”, per la prima volta, va ad una donna italiana, “perché ha fatto della sua vita una missione instancabile per la difesa dei diritti dell’infanzia in Italia e nel mondo”, la Presidente del Comitato Unicef Campania, Margherita Dini Ciacci. 

Margherita Dini Ciacci, che ha speso la vita al servizio dell’infanzia, dal 1980 è Socio Fondatore del Comitato Italiano per l’Unicef, dal 1981 membro del Consiglio direttivo del Comitato Italiano per più legislature, per anni Presidente del Comitato Unicef Campania, è stata anche vicepresidente nazionale dell’Unicef Italia. 

Altra protagonista dell’evento è stata Waad al-Kateab, giornalista e regista siriana inclusa dal “Time” tra le 100 donne più influenti del 2020.
Dallo scoppio della guerra civile nel 2011, in prima linea documentava quello che stava accadendo nelle città lacerate dal conflitto, in particolare ad Aleppo.
Waad al-Kateab ha ricevuto numerosi premi e non solo per i suoi reportage.
Il suo capolavoro”For Sama” le è valso, tra gli altri, l’œil d’or per il miglior documentario al Festival di Cannes e il British Academy of Film and Television nel 2019, oltre alla candidatura al premio Oscar nel 2020.
Il documentario è dedicato alla figlia e racconta la Resistenza siriana, culminata con il sanguinoso assedio di Aleppo del 2016.

Nel corso della cerimonia anche la coraggiosa testimonianza di Asmae Dachan, giornalista professionista, fotografa, poetessa e scrittrice italo-siriana, che nel 2019 fu insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Oksana Chelysheva (Novaya Gazeta) giornalista perseguitata dal regime russo collaboratrice di «Novaya Gazeta», storica testata per la quale ha lavorato con la sua “maestra” Anna Politkovskaja con la direzione del Premio Nobel per la Pace 2021, la giornalista russa è in esilio in Finlandia e sotto scorta dal 2007.

Il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti, nel suo accorato intervento chiede un iniziale applauso per tutti coloro che sono in guerra, che perdono la vita, a tutte le vittime di conflitti, a coloro che sono bombardati e alle tante cronisti e cronisti che sono in carcere, ai profughi che scappano dalle guerre dalla fame e dalle carestie senza distinzione di colore della pelle e religione.
Un grazie a chi è ancora in carcere per avere difeso la libertà di opinione, penso alla Turchia, al processo Regeni, per Mario Paciolla e Ilaria Alpi, al conflitto nello Yemen, del resto anche Papa Francesco nella sua enciclica ha nominato “la geografia del dolore”, chiediamo verità e giustizia, ricordiamo anche Sharim uccisa in Palestina come giornalista e non vorrei che il suo nome venisse archiviato insieme a tanti altri per non fare rumore.
Come ultimo ringraziamento all’organizzazione di questo piccolo grande festival che dà voce e luce a chi spesso è in secondo piano, quello che è importante è la passione che ci metti nel tuo lavoro, la capacità da Napoli di illuminare le periferie del mondo, avete scelto la Siria anche grazie alla mostra che oggi aprite “Life in Syria”, è un festival Internazionale di cui essere immensamente orgogliosi e mi rivolgo alle istituzioni pubbliche di questa città, questo festival andrebbe sostenuto di più.

“Imbavagliati” è un format originale promosso dal Comune di Napoli e dalla Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati, realizzato in collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, l’UsigRai, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo 21, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il Goethe-Institut Napoli, l’associazione “Macs, Mecenati per l’arte, per il cinema, per lo sport” e con il patrocinio della Regione Campania, di Amnesty International Italia, Unicef Italia, della Fondazione Banco di Napoli, della Fondazione Siani e della Camera di Commercio di Napoli.

Voci senza paura di cronisti che hanno conosciuto censura e persecuzioni raccontano guerre troppo spesso dimenticate e dal PAN (che custodisce la Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra) rinnovano l’appello ‘Verità e giustizia per Mario Paciolla, Giulio Regeni e Ilaria Alpi’ con lo slogan ‘Chi dimentica diventa il colpevole’.

Mostre in anteprima in esclusiva per Imbavagliati, con scatti attuali e inediti dal fronte, la realtà che migliaia di siriani sono costretti a vivere ogni giorno, in un conflitto che perdura dal 2011, nel progetto fotografico “Life in Syria per Imbavagliati”, degli autori Mahmud Abdur-Rahman, Mohammad Amen Qurabi, Emad Najm Husso, Jalal Al-Mamo, Nour Kelze, Aref Tammawi, Mustafa Sarwt e il Il Life Makers Team.

“FUORITUTTO!”. Un provocatorio concept artistico a cura di Désirée Klain, che sceglie di essere una cassa di risonanza per tutti quei cittadini invisibili, perché “FUORI” dalle classifiche del Pil, soprattutto dopo la crisi economica dovuta alla pandemia.

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