Alla facoltà di teologia si discute di camorra

Combattere la camorra è per il cristiano una scelta obbligata. «Tu da che parte stai?» la giornata di lavori contro la camorra fortemente voluta dall’arcivescovo metropolita don Mimmo Battaglia.
Un tavolo di confronto che mette insieme realtà ecclesiali e civili per discutere e dialogare sul sistema camorra e come sconfiggerla.
Alla Facoltà teologica coinvolti insieme alla Chiesa di Napoli,  la Corte di Appello, la Procura della Repubblica, il mondo del giornalismo, delle forze dell’ordine e dell’associazionismo antimafia, prenderà il via con i saluti istituzionali dello stesso Decano Asti, con Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, Luigi Riello procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli, Giovanni Melillo procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Alfredo Fabbrocini capo della squadra mobile di Napoli, Andrea Manti comandante del ROS di Napoli e Danilo Toma comandante del GICO di Napoli.
Con preti e suore che vivono quotidianamente il territorio Don Tonino Palmese docente PFTIM, Don Giorgio Pisano parroco e decano e Madre Debora Contessi suora delle Poverelle.
Il mondo del giornalismo i direttori dei principali quotidiani del mezzogiorno e non solo, Enzo D’Errico direttore del Corriere del Mezzogiorno, Federico Monga direttore de Il Mattino, Ottavio Ragone direttore di Repubblica Napoli e Pasquale Clemente direttore del quotidiano Roma.
Le conclusioni sono state affidate a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera mentre i saluti finali a don Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli e gran cancelliere della facoltà teologica.
Ha coordinato e moderatore l’incontro il caporedattore tgr Rai Antonello Perillo.
Hanno preso parte illustri personaggi della vita civile e delle istituzioni per non parlare di interventi di ecclesiastici e parroci che lavorano quotidianamente sul territorio e che ci hanno dato le loro interpretazioni i loro punti di vista su cosa significa essere preti al giorno d’oggi, sono situazione di frontiera, ognuno ha fatto un proprio quadro su quanto sia difficile oggi combattere contro le mafie, il prete di portici, la suora delle poverelle come quelli di don Ciotti che ha parlato di quanto sia importante il Vangelo come suo faro insieme con la costituzione.
I vertici delle forze dell’ordine devono affrontare giorno per giorno una battaglia di giustizia con una criminalità organizzata sempre più difficile e complicata, risolvere i loro marchingegni, i loro punti di forza, si sono mascherati, si vestono bene, investono in ambienti irreprensibili ineccepibili in cui per scoprirli e scovarli bisogna immergersi nei loro ruoli nelle loro abitudini bisogna insomma entrare in copertura per poter smascherarli sul loro territorio.
Un convegno che ha voluto aprire un po’ le coscienze con un titolo emblematico però un titolo che ti mette davanti una presa di coscienza, la risposta per noi persone civili è ovvia, però dobbiamo anche pensare a quelli che devono combattere giorno per giorno per la strada, per cui questa risposta non è proprio tanto ovvia.
La rivoluzione della normalità che significa chiarezza siamo stanchi di neutralismo strumentali io non sono qui per fare politica, dice don Tonino palmese, oggi c’è una guerra in corso e bisogna prendere posizione possiamo parlare bene o male ma c’è una invasione e dobbiamo difendere coloro che hanno subito l’ invasione.
Secondo il procuratore capo Melillo “le mafie sono ormai diventate una parte integrante del nostro sistema produttivo e non necessariamente qua al sud ma ci sono messe giacca e cravatta e investono al nord dove circolano i veri soldi”.
Voluto dalla curia, da don Mimmo Battaglia, un momento di riflessione di alto livello che consentirà anche di confrontarsi non solo su una analisi del problema della criminalità e della camorra a napoli ma anche sulle possibili azioni da mettere in campo dal punto di vista delle forze dell’ordine e della magistratura verso il sociale, cosi ha commentato il sindaco Manfredi, il vescovo ha più volte ricordato gli spazi di marginalità, creare opportunità di lavoro e di crescita sociale in questa scelta è il modo migliore per poter dare una risposta alla criminalità e creare percorsi virtuosi per i nostri giovani
“La risposta a questo convegno è una proposta di carattere metodologico che poi è semplice come dire uniamo le forze uniamo le coscienze non per diventare una forma sincretistica dove ognuno si confonde con l’altro ma perché unendo possiamo riscoprire ciascuno il proprio lato da che parte stare e indicarci a vicenda un grande proposito, diventa ciò che sei” cosi don Tonino Palmese.
L’arcivescovo Battaglia ha tirato le conclusioni prendendo spunto dal titolo del convengo voi dove state, con chi ? Per risvegliare la coscienza ecclesiale e civile, il vangelo della giustizia, il senso di Noi, di questa giornata, di un percorso che vogliamo costruire, gli echi della guerra per costruire la pace qui e ora, nel tempio di Gesù, la nostra responsabilità di vincere il male col bene.

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