A Roma si parla del futuro delle donne afghane sotto i Talebani

In occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne si è tenuto a Roma, presso l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, l’evento “Paura o Speranza? Il futuro delle donne in Afghanistan sotto i Talebani”.

L’ambasciatore afghano Khaled Ahmad Zekriya ha voluto dare spazio e risalto ad un tema cruciale, quello della condizione femminile in Afghanistan adesso che le potenze occidentali hanno lasciato il Paese: il ritorno dei Talebani ha causato infatti un arretramento sui temi della giustizia e dei diritti civili, arretramento che ha colpito in misura principale le donne.

A Roma si parla del futuro delle donne afghane sotto i Talebani

L’evento, articolato su due sessioni, ha preso spunto dalla recente pubblicazione del libro “Exit Tragedy” di Maria Clara Mussa e Daniel Papagni, un volume edito da Logisma e del quale ci siamo occupati qui.

L’incontro è stato introdotto da un appassionato discorso dell’ambasciatore, che ha richiamato le difficoltà che l’Afghanistan sta attraversando nel faticoso percorso verso la pace e la democrazia. Sono poi intervenuti il Brigadiere Generale Giuseppe Morabito,  naturalmente gli autori Mussa e Papagni con i loro racconti e le loro testimonianze; Mario Cutuli, fratello di Maria Grazia, la giornalista uccisa in Afghanistan il 19 novembre del 2001; ed il parlamentare europeo Anna Cinzia Bonfrisco, membro della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa e della Delegazione per le relazioni con la penisola arabica.

A Roma si parla del futuro delle donne afghane sotto i TalebaniIl panel dei partecipanti ha visto inoltre la presenza del Generale Giorgio Battisti, più volte operativo in Afghanistan in qualità di primo Comandante del Contingente Italiano e poi di Capo di Stato Maggiore della missione ISAF, dell’avvocato Myriam Caroleo Grimaldi, penalista da sempre impegnata nelle questioni di emancipazione femminile, di Rajae Bezzaz (inviata di Striscia la Notizia e conduttrice radiofonica), e del sindaco di Pomigliano d’Arco Gianluca Del Mastro, la cui amministrazione sin dallo scorso agosto si è messa a disposizione per l’accoglienza di profughi dall’Afghanistan; tra l’altro, presso il Comando di Polizia Locale di Pomigliano d’Arco è attivo un punto di accoglienza per le cittadine e i cittadini ucraini ospitati sul territorio, al fine di poter dare tutte le informazioni utili ed organizzare la prima assistenza in collaborazione con il Servizio di Protezione Civile. A dimostrazione che la solidarietà non si ferma dinanzi ai confini nazionali e non fa distinzioni sulle provenienze.
Le donne afgane non si fermeranno – ha detto l’avvocato Caroleo Grimaldi evolveranno di nuovo, come la Sirene che nel XX secolo, con Kafka, sovvertirono il mito; quando l’uomo Ulisse vi passò accanto esse rimasero mute, opponendo la provocazione del silenzio e della loro indifferenza”.

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