La guerra, si sa, ti insegna tanto e ti sommerge di emozioni, soprattutto negative. O almeno… questo si dice perché io sono fra quei privilegiati che, una guerra, non l’ha mai vissuta. Tuttavia, la gravità di questa situazione, unità alla mia (presunta) maturità attuale, mi hanno ricordato, ancora una volta, che non si smette mai di imparare.
Da laureato in Relazioni Interazioni e Export Manager ho sempre ritenuto che fosse importante informarsi e farlo su cose anche molto lontane da noi. Già da tempo, quindi, ero preoccupato per la situazione. Tuttavia, il rapido peggioramento di questa guerra ha smosso altrettanto rapidamente la mia coscienza: l’informazione non bastava più, mi sono detto. Meno che mai, i semplici post sui social che leggevo sugli account altrui. Così, ho deciso di fare qualcosa di concreto: impegnarmi nella raccolta di viveri e medicinali promossa dalla Basilica di Santa Sofia di Roma ed estendere il mio invito a chiunque mi fosse vicino: familiari, amici, colleghi, condomini.
Dopo un po’ di delusione iniziale, dovuta alla scarsa risposta altrui, ha iniziato ad arrivare qualche adesione: prima qualche condomino, poi qualche collega, infine i familiari. Alcuni mi hanno risposto che stavano già contribuendo alle tante altre iniziative che, per fortuna, andavano aumentando. Altri, che avrebbero partecipato con piacere alla mia nonostante avessero già fatto qualcosa. Perfino al supermercato di quartiere dove sono andato, mi sono accorto di non essere l’unico…
Ma quando sono arrivato lì, ho trovato una scena molto diversa da quella che la mia (evidentemente limitata) immaginazione aveva concepito: traffico in entrata e uscita, vigili, insegne. Proseguendo, ho visto tanti giovani e anziani, scout, Ucraini, Italiani, volontari che avevano formato una vera e propria struttura. Comprese le persone che mi indicavano la strada da percorrere in auto, che mi facevano rapide e necessarie domande sulla tipologia di cose che avevo portato e altre ancora che la estraevano dalla mia auto secondo mie indicazioni e la smistavano. Molti di loro, nonostante l’emergenza e il fatto che fossimo all’aperto, addirittura con la mascherina. Colpito da questa emozione, ho ringraziato tutti e ho ricevuto altrettanti ringraziamenti in cambio e… ho deciso di fare qualche foto e scrivere questo articolo.
A tutti coloro hanno deciso di fare qualcosa di concreto aderendo a questa e altre iniziative va il mio applauso, il mio ringraziamento e il mio incoraggiamento! Continuiamo così…
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