Emmanuelle Carrère al premio Napoli

Fondazione Premio Napoli, 67′ edizione, il premio per la letteratura internazionale è stato conferito a Emmanuel Carrère che ha incontrato la stampa nella sede della fondazione a Palazzo Reale.

Lo scrittore francese è venuto altre volte ma per pochi giorni, è l’ospite di punta del premio Napoli che gli ha assegnato il riconoscimento internazionale, risponde ai giornalisti un pò in italiano un pò con la traduttrice.
Durante la conferenza stampa si toccano vari punti, innanzitutto nell’ultimo periodo si allontana come scrittore in senso stretto, in quanto ha deciso di seguire le udienze del processo agli attacchi terroristici commessi dallo stato islamico sulle stragi avvenute nel 2015.
In quella giornata l’Isis fece una strage uccidendo 137 persone (compresi gli attentatori) e ferendone 368, stiamo parlando della tragedia del Bataclan ma anche dello Stade de France e di altri luoghi pubblici della capitale francese.
Sta seguendo le udienze di quel processo per scrivere resoconti giornalistici che poi dovrebbero servire per un nuovo libro.
È un processo enorme 350 avvocati, 1800 parti civili, data la mole di persone coinvolte non ci sono precedenti anche per i contenuti politici e sociali.
Sono felice di non essere al centro dell’attenzione, il predente libro “yoga” era autobiografico sul tema della depressione, invece qui il focus è spostato fuori dal narratore”.
Secondo lo scrittore il processo all’Isis è un processo di natura sadica, loro mostrano le persone che decapitano mentre i nazisti nei lager mostravano persone sorridenti.
Un giornalista gli chiede come sceglie i propri soggetti “Leggo i giornali, la televisione, gli spunti sono molteplici, se c’è qualche episodio che mi incuriosisce, che mi raccontano, e poi investigo, lavoro sul soggetto ci sono libri che mi vengono chiari immediatamente altri dopo molto tempo.
“Il soggetto mi appare alcune volte dopo tanto tempo, come è successo con -Vite che non sono la mia- oppure che quando ho iniziato a scrivere e i miei amici mi chiedevano ma perché vuoi parlare di quel fascista russo?”
“Per me è fondamentale lavorare su un tema specifico, penso che non ci siano molte differenze tra uno scrittore e un giornalista qualche volta mi sento più un giornalista, analizzare la realtà, raccontarla e individuare ciò che è vero.
Al momento sto conciliando lavoro giornalistico e letterario, nel reportage mi piace vedere le cose sul campo, sono un testimone della realtà.
“La diffusione della cultura secondo l’avvocato Ciruzzi, presidente della fondazione, deve essere intesa non come intrattenimento ma come confronto dibattito ampliamento e affinamento della sensibilità”.
«La scrittura di Carrére – si legge nel comunicato della Fondazione – è un lungo confronto tra realtà e soggettività, un costante dialogo tra la vita degli altri e la vita stessa dello scrittore, i suoi pensieri, le suoi preoccupazioni, finanche i suoi fantasmi.
L’opera di Emmanuel Carrère chiama in causa il lettore inducendolo a guardare sé stesso, a specchiarsi nell’io del narratore».
Il Premio Napoli 2021 è stato assegnato a Nicola lagioia, Riccardo Falcinelli e Carmen Gallo per Narrativa, Saggistica e Poesia.
Premiati insieme a Emmanuel Carrère , Silvio Orlando, e Franco Arminio a cui sono andati i tre premi speciali.
«Tornerò di sicuro, conclude lo scrittore, e questa volta per più tempo, sono molto felice di essere qui e di ricevere questo premio, che per me è un privilegio, devo ringraziare la mia amica ed editrice per Adelphi che mi sta facendo da guida ».

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