Matilde Andolfo e la sua “donna del boss”

Nella basilica San Severo alla Sanità, a Napoli, Conchita Sannino ha presentato il libro di Matilde Andolfo, “La donna del Boss” edito da “Il Quaderno” con interventi dei procuratori Giovanni Conzo e Raffaello Falcone e del Parroco della sanità Padre Antonio Loffredo. Letture a cura degli attori di Sanit’Art.Una serata letteraria con tantissimo pubblico che ha potuto ascoltare gli interventi dei procuratori aggiunti e del parroco della sanità, un libro che racconta la storia di Anna Carrino, compagna di Bidognetti, capo del clan camorristico dei casalesi.
L’autrice ha voluto descrivere Anna a tutto tondo, nella sua cruda verità di donna a cui non è stato risparmiato nulla, pagando il prezzo estremo con la rinuncia della propria identità e dei suoi tre figli.
Una platea di oltre cento persone, per ascoltare la loro esperienza di magistrati che hanno condotto indagini delicatissime sul sistema camorristico.

Una presentazione, quella di Conchita Sannino, molto sentita, la storia di una donna che da camorrista è responsabile di reati e lo confessa, poi si può credere o meno al suo pentimento sincero, però ci deve incuriosire, ci dobbiamo chiedere quali sono i motivi per cui Anna ha cambiato atteggiamento.
Matilde affronta in questo libro quelle carenze sociali, quelle carenze civili che al contrario dovrebbero essere motivo di vicinanza dello stato alle famiglie vittime di camorra.

Anna è stata sedotta da un signore boss di camorra che era più grande di lei di 20 anni ed era già un criminale, sedotta dalle sirene nefaste del mondo criminale della corruzione.
Ci porta per mano ci illustra le dinamiche familiari di coloro che decidono di abbracciare questa strada criminale, ci raconta le dinamiche relative alla negazione della libertà specie quando la protagonista se ne accorge in quanto ha deciso di pentirsi .
Matilde intervistata racconta che “ ho voluto dare un punto di vista un po’ inedito, quello cioè che riguarda proprio le donne ma ci tengo a sottolineare che non è un libro di camorra o di clan ma della protagonista che si è imbattuta in queste tragiche vicende, ha conosciuto un uomo che è stato per decenni il boss della camorra il numero uno dei casalesi ovvero Francesco bidognetti alias Cicciotto di mezzanotte e di conseguenza è incappata in mille errori”.
In seguito attraverso una forma di autocoscienza, liberazione e di pentimento sincero si è affrancata dal mondo camorristico come se fosse una favola nera.
Secondo il Procuratore Falcone è un inno al pentimento, quando ci riusciamo si riempiono le piazze e le chiese, al contrario quando si lasciano spazi vuoti la camorra se ne approfitta.
Il parroco alla luce delle sue esperienze nella sanità ci racconta la favola del buon samaritano ovverosia mi piacerebbe se alla luce di questi eventi di pentimento di camorra eccetera si riuscisse a salvare qualcosa prima e non raccontarlo dopo che i fatti sono avvenuti.

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