L’amore ai tempi del ‘600

In una magica Napoli del seicento è ambientato l’ultimo romanzo storico della scrittrice Giovanna Mozzillo “Il canto del Castrato”, ne hanno parlato al Museo della Moda partenopeo l’autrice con Marinella de Nigris e Paolo Macrì che si sono soffermati sui tratti salienti del romanzo.


Una trama avvincente, le tematiche affrontate dall’autrice, se pur lontane di quattro secoli, rimangono attualissime: come la violenza sulle donne, la discriminazione sociale e le controversie della religione.
Due figure incatenate agli uomini di famiglia, si ribellano alla morale imposta da una società buia e retrograda, il rispetto, la libertà, l’amore di Cosimo e il Caffarello e daranno loro la forza di liberare la loro femminilità, troppe volte violata, discriminata, annullata, e consentiranno l’esperienza di una piena e insospettata felicità, resa più esaltante dalla scoperta che voler essere padrone di se stesse costituisce non un peccato ma un diritto.
Nella Napoli barocca governata dai viceré, madre e figlia di nobili natali, scoprono di amare, riamata, l’una il precettore della prole, sacerdote in crisi mistica, conquistato dalla dottrina di Giordano Bruno, l’altra di un castrato, invitato nei palazzi di tutta Europa ma di umili origini, la ribellione e il riscatto a cui riusciranno ad approdare costeranno a entrambe un prezzo altissimo.
Suggestivo il conflitto interiore di Lucrezia tra la religione, che le infondi patimenti e quei maschi di famiglia, che la vorrebbero sottomessa e obbediente.
Un amore, in ambo i casi, giudicato inaccettabile dalle convinzioni, dalle convenzioni e dalle “repulsioni” dell’epoca.
Aneddoti storici come la peste che colpì terribilmente la Napoli del seicento e il pellegrinare alla Madonna dell’Arco per scampare al terribile morbo.
L’amore dei quattro personaggi tiene il lettore con il fiato sospeso, soprattutto per il triste epilogo che però, come dice l’autrice saprà trasformarsi in una feconda rinascita.

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