Nino D’angelo sale in cattedra

Giornata di Studi all’Università Suor Orsola Benincasa, “la Pedagogia della musica nella società complessa”, Nino D’Angelo sale in cattedra, in occasione della presentazione del suo progetto “Il poeta che non sa parlare”.


Una lezione di musica e di vita vissuta col direttore di Dipartimento del Direttore di scienze formative, psicologiche e della comunicazione, Enricomaria Corbi, col Professore Sirignano Presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione, con Mariano Niola antropologo giornalista, con Pasquale Scialò musicologo e insegnante all’accademia di belle Arti e l’artista Jorit.
C’è il caos delle grandi occasioni per il “divo” del popolo delle canzoni, il più antidivo che c’è.
Il Rettore D’Alessandro ha lasciato un messaggio «In un ateneo che da oltre un secolo si occupa di formazione in ambito pedagogico l’attenzione alle sfide delle emergenze pedagogiche contemporanee è fondamentale e l’unico modo per rispondere alle emergenze del disagio sociale dei giovani è raccogliere la sfida di una formazione pedagogica che sappia usare senza pregiudizi e senza distanze i loro stessi linguaggi come quelli della musica, del cinema e persino dei social network”.
Il professore Fabrizio Manuel Sirignano spiega perché al Suor Orsola hanno voluto celebrare quel “poeta che non sa parlare” ma che ha saputo stimolare con le sue canzoni tanti ragazzi emarginati a livello sociale e culturale che, grazie ai suoi testi ed alla forza delle sue sonorità, hanno potuto credere che l’ascensore sociale possa e debba funzionare anche per chi non è nisciuno».
“È significativo celebrare il diritto all’educazione in università come quella di Suor Orsola Benincasa, mi piace ricordarla che è nata per iniziativa di un gruppo di donne libere guidate da un’aristocratica la De Falco Pignatelli che era dama di corte della Regina Margherita .
Mi piace ricordare qui il percorso di Nino D’Angelo di un Cantore delle difficoltà pensiamo alle periferie alle canzoni come “Terra Nera” dimenticate abbandonate dalle istituzioni, “Donna Preta” “Brava gente” dedicata a tematiche come l’immigrazione, esorcismo verso  i mostri del passato che  emergono.
Il professore Scialò dal canto suo dà una interpretazione di questa lettura diversa dagli altri, come insegnante di musica, “bisogna dare atto a Nino D’Angelo che come artista che ha saputo dare atto alla tradizione, possiamo dire che Sirignano è il suo biografo ufficiale ma io voglio fare un passo indietro perché come per come ti ho conosciuto e ti ho voluto bene per me la tua prima musica era una musica problematica. “Bisogna dire che hai avuto un approccio particolare c’è chi ha studiato al conservatorio e quindi ha un approccio accademico, tu no, non hai avuto istruzione artistica ma piuttosto quello che noi chiamiamo apprendistato eretico ovvero hai appreso dalla strada, “learning-by-doing”, hai imparato dal palcoscenico e probabilmente sei più bravo di chi ha studiato e quindi hai sfruttato  le tue potenzialità enormi perché senza avere studiato hai fatto un percorso eccezionale,  
Si è conversato di pedagogia e linguaggi musicali con l’artista Jorit, il musicologo Pasquale Scialò, è stata una celebrazione delle canzoni di D’angelo, dagli esordi ai giorni nostri, venticinque anni e anche più di canzoni dedicate al dolore, alla sofferenza, alla povertà , ma anche alla ricchezza.
Il musicologo e l’antropologo da sempre suoi fans hanno illustrato alla platea una esegesi dei suoi lavori, su Scampia, in occasione dell’uscita (il 14 ottobre) del volume “Il poeta che non sa parlare” primo passo di un progetto triplo dell’artista napoletano che comprende oltre al libro anche un album di inediti (in uscita il 15 ottobre) e un tour che prenderà il via nella prossima primavera.
“Io sono povero ma ricco, perché mi sono dovuto fermare alla terza media, e mi sono dovuto mettere a lavorare, e se non avessi conosciuto la sofferenza il desiderio, la voglia di riscattarmi, con la musica e i miei testi, oggi forse non sarei qua”, così Nino ha concluso il suo intervento con quello che potremo chiamare un “elogio del desiderare” non smettiamo di aspirare al meglio, l’ascensore sociale”.
Nino d’angelo è un esempio vivente e positivo che si può arrivare al successo partendo dal nulla.

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