Roma, “Butterfly” apre la rassegna Avvistamenti

Fino al 19 settembre torna la quarta edizione della manifestazione di cinema, arte, libri, scienza, sport e musica dalla periferia allo spazio, organizzata dal Municipio Roma VI con l’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale, il Teatro Tor Bella Monaca, l’ASI – Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Luce e il Rif Museo delle Periferie.


La rassegna è ad ingresso gratuito su prenotazione (06/2010579 e promozione@teatrotorbellamonaca.it), si svolge all’Arena Teatro Tor Bella Monaca e nella giornata di apertura ha esordito con la proiezione di “Butterfly”, il film di Alessandro Cassigoli (presente alla serata) e Casey Kauffmann che racconta tre anni del percorso di Irma Testa, la pugile di di Torre Annunziata (in forza alle Fiamme Oro) che per prima si è qualificata per un’Olimpiade (a Rio, nel 2016), e poi è stata la prima ad aver conquistato una medaglia (un bronzo ai Giochi di Tokyo 2020). Subito dopo c’è stata la proiezione del documentario “La Boxe dei Quartieri”, di Mariella Bussolati.

Il programma della rassegna, scaricabile dal sito culture.roma.it, è ricco di proiezioni dedicate allo sport, alle periferie, all’esplorazione dello spazio, e la serata finale è dedicata alla musica, con il concerto Dai Balcani al Mar Baltico: Musiche Ebraiche della “Zona Di Residenza”, con Gabriele Coen e New Klezmer Trio, nonché con la proiezione dei film “Bohemian Rhapsody” di Bryan Singer e “I wish I was like you” di Luca Onorati, dedicati rispettivamente ai Queen e ai Nirvana.

“Butterfly” è del 2019 ed è diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffmann. Racconta la storia di formazione di Irma, seguita intimamente dai sedici ai diciannove anni, attraverso gioie, speranze e una dura sconfitta che cambierà lei e la sua vita. Mescolando con equilibrio riprese autentiche di taglio documentaristico ad altre ricostruite, ma senza mai perdere in autenticità, il film ci conduce lungo il percorso dell’atleta, che nel perseguire i suoi sogni si trova a dover lasciare la sua città e la sua famiglia, vivendo per quattro anni nel centro federale della Federazione Pugilistica Italiana, ad Assisi. Tra alti e bassi, concentrandosi sugli allenamenti ma senza dimenticare i legami familiari e con gli amici, lo splendido rapporto col maestro Lucio Zurlo, e le inevitabili difficoltà di una ragazza così giovane alle prese con le fatiche fisiche e mentali richieste dai prestigiosi obiettivi che si è posta, il racconto si snoda con delicatezza nei tre anni che hanno portato Irma alle Olimpiadi di Rio, fino al periodo immediatamente successivo, in cui la delusione per la sconfitta l’ha quasi spinta a rinunciare. Ma le sconfitte servono a crescere ed a dare slancio, e così è stato per Irma. Si è dimostrata più forte dell’amarezza, determinata quanto basta a riprendere i guantoni ed iniziare un altro percorso, che l’ha condotta pochi mesi fa sul podio delle Olimpiadi di Tokyo.

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