Grecia in fiamme, l’inferno in uno scatto

Una frase fatta recita “un’immagine vale più di mille parole”. Nel caso della potente fotografia scattata per Bloomberg da Konstantinos Tsakalidis, fotogiornalista di Salonicco e cofondatore dell’agenzia SOOC Images, questo luogo comune diviene una realtà solida e crudele.

E’ l’8 di agosto. Siamo sull’isola Eubea (detta anche Evia), nei pressi del villaggio di Gouves, e sullo sfondo un incendio devastante disegna uno scenario infernale. Sembra di stare in un girone dantesco, con il cielo arrossato, gli alberi in fiamme, ed un muro di fuoco che avanza verso una casa. In primo piano, al centro, una donna, che vive lì, colta in un gesto di dolore ed angoscia per il disastro che si sta consumando.

La nostra attenzione cade subito su di lei, posta al centro dell’immagine, gli occhi chiusi, la bocca spalancata in un grido tanto muto quanto potente; le mura del vialetto conducono poi il nostro sguardo verso lo sfondo, dove l’orrore e la tragedia si manifestano appieno e spiegano la sofferenza della signora.
Questa immagine val più di mille parole perché ha un contenuto denso e significativo, e ce lo mostra attraverso una forma ineccepibile, perfetta come composizione, momento dello scatto, colorazione della scena. Impossibile non partecipare al dolore della donna, non provare empatia e solidarietà verso di lei, a causa della tragedia che sta vivendo. Quando una tragedia grande e collettiva (un territorio in fiamme) ci viene mostrata nelle sue conseguenze più personali – una donna che perde la sua casa, le sue memorie, il suo passato, si sta facendo buona informazione, si sta dando un piccolo contributo per aumentare la consapevolezza della portata di queste tragedie.
Uno splendido esempio di fotogiornalismo, che non ci sorprenderemmo di veder apprezzato nella prossima edizione del premio di fotogiornalismo più importante del mondo, il World Press Photo. Ma che ciò avvenga o no, tanto di cappello a Konstantinos Tsakalidis.

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