In piazza per il manifesto sulla cultura in città

Il primo passo per creare un Manifesto per le politiche culturali della città futura è l’assemblea pubblica in piazza, per scrivere tutti «insieme, dal basso e a tante mani, il manifesto per le arti della città futura». Creare uno spazio dibattito vero e lavoro comune il quale lo scambio di esperienze per la scrittura di una piattaforma  partecipata.

Su questo si è basato il dibattito pubblico che ieri ha visto una grande partecipazione, nel rispetto delle restrizioni anti Covid, in piazza San Domenico Maggiore. Tantissimi gli artisti e gli operatori culturali che sono intervenuti per scrivere insieme una pagina importante per risollevare le sorti del comparto.
E’ necessario quindi costituire uno spazio di discussione che possa lavorare alla scrittura collettiva di un Manifesto per le politiche culturali della città futura
Restituire una centralità alla nostra città , arriveranno tanti soldi anche per le aree metropolitane e le politiche culturali devono stare al passo.
Ragionare in termini dei sistema, Un manifesto della cultura e delle arti per ripartire dal settore e rilanciare la città di Napoli.
Tra i tanti la ex assessore Eleonora De Majo, Francesco Di Leva, Carlo Cerciello, Lello Serao, Anna Gesualdi.
Dobbiamo capire che tipo di cultura vogliamo, se seguire lo sviluppo, o se vogliamo spingerla ad occuparsi dei lavoratori.
E tra i partecipanti anche tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni come l’assessore alla cultura del Comune Annamaria Palmieri. «La cultura non può vivere in una perenne condizione asfittica e in condizioni di precariato economico”.
Il sistema culturale ha bisogno di crescita e di sviluppo e il sistema Paese deve intervenire per un riallineamento degli interventi economici a quelli che sono gli standard europei, oltre a riconsiderare le attuali procedure normative in una visione che sappia valorizzare i processi creativi».
«Favorire la sperimentazione di nuovi modelli cultuali, ibridi, inaugurare contesti dove le arti possano fondersi un manifesto ed un progetto culturale che abbia come obiettivo e dotarsi di una metodologia precisa, a partire dalla mappatura del comparto, per dare voce a operatori e imprese»
Un manifesto che provi a definire gli obiettivi primari: puntare a moltiplicare i presidi culturali, renderli diffusi, permanenti e stabili, attraverso l’assegnazione a titolo gratuito di spazi recuperati all’incuria e all’abbandono, favorire partenariati tra associazioni e pubblica amministrazione per la gestione degli spazi e la progettazione culturale, in un progetto pluriennale che coinvolga il territorio e cosa più importante dotarsi di una consulta permanente delle arti, i cui membri possano ruotare con un sistema a staffetta, di modo da raccogliere le voci di tutte le componenti culturali della città.

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