Il Green Drop Award è il riconoscimento che Green Cross Italia assegna al film, tra quelli in gara nella selezione ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica, che interpreta meglio i valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli.
Carico di responsabilità, quindi, il compito della giuria del premio, presieduta quest’anno dall’attrice Stefania Sandrelli, affiancata da Claudio Bonivento, produttore e regista del recente “A mano disarmata”, Bepi Vigna, sceneggiatore e regista (suo il film di apertura della Settimana della critica a Venezia 74, “Nausicaa”), Tarcisio Agus, direttore del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e dal cineasta venezuelano Juan Vicente Manrique.
La terra contenuta nel Green Drop Award 2019 – la Goccia di vetro di Murano soffiata dal maestro Simone Cenedese – quest’anno arriva dalla culla dell’umanità ovvero dalla gola dell’Olduvai, l’area della Tanzania nella quale i primi ominidi hanno imparato a vivere e cooperare insieme e sono poi migrati per raggiungere ogni parte del Pianeta.
Milioni di anni fa, questa vasta regione caratterizzata dal clima arido ospitava invece, un lago, un bosco ricco di varietà vegetali e un’ampia area per il pascolo.
«Oggi i resti fossili della gola dell’Olduvai sono composti da depositi lacustri, fluviali, eolici e piroclastici che hanno restituito negli ultimi decenni resti umani e utensili di pietra che documentano quasi due milioni di evoluzione umana» spiega il paleontologo Rodolfo Coccioni che con la Settimana del Pianeta Terra ogni anno è responsabile della raccolta della preziosa testimonianza contenuta nella goccia di vetro.
Le ossa ritrovate appartengono a diverse specie di ominidi che si sono avvicendate nel corso dei milioni di anni dall’Australopithecus boisei all’Homo habilis fino ai giorni nostri (i ritrovamenti più recenti risalirebbero “solo” a 15mila anni fa).
«La Gola di Olduvai è anche uno dei luoghi più importanti per la storia del cinema. Qui il regista Stanley Kubrick e lo scrittore Arthur C. Clarke vollero ambientare il primo capitolo di “2001: Odissea nello spazio”, quello dove i primi ominidi, rappresentati quasi come scimmie, trovano il misterioso monolito nero, simbolo di un salto evolutivo– spiega Marco Gisotti, direttore Green Drop Award -. In qualche modo Kubrick metteva in scena una realtà storica. Nella gola dell’Olduvai, quasi due milioni di anni fa, infatti, è cominciato il cammino dell’umanità. Qui i primi ominidi hanno imparato a costruire utensili di pietra e da qui sono migrati i primi ominidi per diffondere la nostra specie su tutto il pianeta».
«Questo ci ricorda due cose: la prima è che siamo o siamo stati tutti dei migranti. La seconda che questo Pianeta non è nostro, che siamo degli inquilini insieme a tantissime altre specie in terra, in mare e nel cielo. Per questo, le conseguenze drammatiche del cambiamento climatico chiedono azioni immediate e responsabilità condivise, a protezione delle generazioni presenti e per quelle future» aggiunge Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia.
La cerimonia di premiazione è fissata per il 6 settembre, alle 13,30, negli spazi della Fondazione Ente dello Spettacolo, Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, Lido di Venezia.
L’edizione 2019 è realizzata con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e in collaborazione con il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, la Sardegna Film Commission e La settimana del pianeta Terra.
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