Molaro “mette il velo” al Giglio di Therasia

Il Giglio che lo stilista Gianni Molaro ha creato per la popolare festa cattolica è andato in scena domenica 30 giugno, in piazza Duomo a Nola dopo una sfilata di abiti da sposa dello stesso stilista in presenza di oltre duemila persone per un evento dedicato all’attrice Loredana Simioli, venuta a mancare pochi giorni fa. 

Il Giglio che lo stilista Gianni Molaro ha creato per la popolare festa cattolica è andato in scena domenica 30 giugno, in piazza Duomo a Nola dopo una sfilata di abiti da sposa dello stesso stilista in presenza di oltre duemila persone per un evento dedicato all’attrice Loredana Simioli, venuta a mancare pochi giorni fa.

Dopo le polemiche iniziali sull’immagine realizzata per la famiglia Simonetti, maestri di Festa del Giglio dell’Ortolano, l’opera sta diventando virale, non solo sui social, destando la curiosità di altri comparti del mondo creativo e artigianale.  “Ci sono già state alcune manifestazioni d’interesse per “la sposa del Vesuvio” (nome dell’opera), tra cui quella di una celebre azienda di ceramiche vietresi che vuole riprodurre il Giglio per realizzare dei souvenir – racconta lo stilista – così come mi è giunta anche la proposta un importante curatore di mostre internazionale che vorrebbe portare l’opera nelle piazze italiane ed estere”. Perfino la celebre pasticceria Caldarelli ha realizzato una torta con il Giglio di zucchero come decorazione.

Insomma, dopo i vari “labbra troppo rosse, troppo carnose, non sono da Santa” oppure “non somiglia a Therasia”, e così via, il Giglio ispirato alla donna, moglie e madre che si dedicò alla vita ecclesiastica insieme a San Paolino (a cui è dedicata la tradizionale performance del ballo dei Gigli nella piazza nolana), comincia a ottenere grande favore e ottime recensioni.

“C’è stata quella che viene definita ‘distruzione delle aspettative’, Gianni Molaro non ha preteso di realizzare un rivestimento tradizionale, in un mondo che non è suo, ha stravolto e ribaltato tutte la carte in tavola, realizzando un progetto del tutto nuovo”, oppure “Pur comprendendo un certo rigore interpretativo, ritengo che a un artista, in qualsiasi campo, non possa essere messo un bavaglio che ne limiti creatività ed espressività”, sono solo alcuni dei commenti a favore della splendida interpretazione di Molaro che ha dato uno sprint al famoso rituale fastivaliero che si svolge da decenni nella città di Giordano Bruno.

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