A Treviso la mostra Giappone, terra di geisha e samurai

Casa dei Carraresi a Treviso ospita la mostra “Giappone. Terra di geisha e samurai”, curata da Francesco Morena, prodotta da Artika con la collaborazione di Fondazione Cassamarca e il patrocinio della Città di Treviso.

Casa dei Carraresi a Treviso ospita la mostra Giappone. Terra di geisha e samurai, curata da Francesco Morena, prodotta da Artika con la collaborazione di Fondazione Cassamarca e il patrocinio della Città di Treviso.

Il percorso espositivo propone uno spaccato delle arti tradizionali dell’arcipelago estremo-orientale attraverso una precisa selezione di opere databili tra il XIV e il XX secolo, tutte provenienti dal fondo privato del collezionista trevigiano Valter Guarnieri.

Divisa per isole tematiche, l’esposizione approfondisce da un lato i molteplici aspetti relativi ai costumi e alle attività tradizionali del popolo giapponese, dall’altro crea dei focus sulle peculiarità e sulla storia della collezione.

L’apertura dell’esposizione non poteva che essere dedicata al binomio tra bellissime donne, le geisha, e audaci guerrieri, i samurai.

Ovvero, la classe militare che ha dominato il paese del Sol Levante per lunghissimo tempo imponendo il proprio volere politico ed elaborando una cultura molto raffinata la cui eco si avverte ancora oggi in molti ambiti. E le coltissime dame di corte del periodo Heian poi cortigiane vissute tra XVII e XIX secolo, che contribuivano a vivacizzare i quartieri dei piaceri di Edo (attuale Tokyo).

Dal mondo degli uomini si passa a quello, affollatissimo, degli dei, sintesi di credenze autoctone e influenze provenienti dal continente asiatico, per proseguire con la quotidianità del suo popolo: dalle attività di intrattenimento come il teatro Kabuki, dall’utilizzo del kimono alla predilezione degli artisti giapponesi per la micro-scultura. Di quest’ultima troviamo esempio nel nucleo di accessori legati al consumo del fumo di tabacco.

Il clou della grande mostra è riservato al rapporto tra i giapponesi e la natura, che nello Shintoismo, la dottrina filosofica e religiosa autoctona dell’arcipelago, è espressione della divinità. L’ultima sala è riservata ad una delle forme d’arte più complesse e insieme più affascinanti del Giappone, la scrittura. Grandi paraventi ornati di potenti calligrafie concludono l’esaltante percorso espositivo a disposizione del pubblico fino al 30 giugno 2019.

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