Inaugurato in Russia il “Ponte degli Alpini per l’amicizia”

L’Ana ha inaugurato in Russia il “Ponte degli Alpini per l’amicizia”, donato dall’Associazione alla popolazione di Livenka (nome attuale di Nikolajewka).

Proprio su quel ponte, nel 1943, passarono gli alpini in ritirata dal fronte del Don continuando la loro straziante marcia verso l’Italia, per poter ritornare a casa. In concomitanza con l’inaugurazione l’Associazione ha voluto rendere omaggio ai Caduti in Russia nel 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka e celebrare il 25° dell’Asilo Sorriso, donato venticinque anni fa dall’Associazione alla popolazione di Rossosch, che fu sede del Comando del Corpo d’Armata Alpino.

“Questo nuovo dono fatto alla popolazione russa rappresenta un dato reale ma anche ideale e metaforico in quanto simbolo dell’amicizia tra noi e il popolo russo. Un tempo eravamo venuti da invasori ma attraverso queste iniziative siamo tornati da amici e questi segni stanno lì a testimoniare questa nostra volontà che vuol essere per sempre”, queste le parole del Presidente dell’Ana Sebastiano Favero in occasione dell’inaugurazione del ponte, alla presenza dei vertici dell’Associazione e del comandante delle Truppe Alpine generale Claudio Berto.

Il ponte, ideato su progetto tecnico di Zeta Ingegneria del Consigliere nazionale Luciano Zanelli e su calcoli strutturali della Inte.co Srl è in acciaio, ha una lunghezza di 12 metri su unica campata, la larghezza di 6 e l’altezza di 4. Sui parapetti sono raffigurati degli alpini in marcia a ricordare la tragica ritirata ed è stato inserito il logo dell’Ana e lo stemma della città di Livenka. La realizzazione è stata curata da Cimolai Spa, azienda altamente specializzata in costruzioni metalliche, il cui proprietario, Armando, ha voluto ricordare con l’opera il fratello Giovanni, classe 1919, alpino nella 12ª compagnia del Tolmezzo, reduce dai fronti russo e greco-albanese.

Da San Quirino (Pordenone) dove è stato benedetto il 2 dicembre dello scorso anno dal vescovo di Concordia-Pordenone mons. Giuseppe Pellegrini, il ponte è stato trasportato in Russia e poi assemblato e montato dai volontari alpini sotto la direzione tecnica dell’alpino Giovanmaria Rizzi, esperto imprenditore del settore.

La tre giorni è stato un momento importante per ricordare gli alpini in un luogo simbolo della ritirata, ma anche per rinnovare quello spirito di solidarietà, foriero di amicizia e collaborazione tra i popoli.

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