NELLA CITTÀ DELLA MUSICA LA LEGGENDARIA VOCE DI KURT ELLING

Mercoledì 18 luglio (ore 21.30) Kurt Elling e il suo quintetto saranno sul Belvedere di Villa Rufolo accompagnati dal talentuoso trombettista Marquis Hill con l’ultimo progetto del chicagoano, The Questions.

Il Washington Post, in una delle sue taglienti recensioni, non poteva essere più chiaro quotando Elling in maniera incontrovertibile: “Dalla metà degli anni Novanta nessun altro cantante è stato coraggioso, dinamico, originale come lui. Con il voluttuoso fluttuare della sua voce, il lirismo, le agilità vocali e il senso di vivere la musica come una missione, Elling incarna oggi il vero spirito creativo nel repertorio Jazz”.

Classe ’67, timbro baritonale, passo felpato e carisma immediatamente rapinoso sul palco, sono sicuramente le credenziali di Kurt Elling, proveniente da Chicago ed unanimemente considerato come il cantante maschile più influente dell’ultimo ventennio per tecnica e generosità.

Erede di grandi Maestri come Jon Hendricks e Mark Murphy, di lui si ammirano la maestosa conoscenza dei fondamentali del Jazz, ancor più della sua capacità di emozionare, che unisce a una grande curiosità per tutto il bello che può arrivare dalle altre musiche: dagli Earth Wind and Fire a Joe Jackson fino ai King Crimson, Tom Jobim, Wayne Shorter e Pat Metheny, non c’è quasi ambito che Elling non abbia sfiorato con la sua arte, il cui esordio ufficiale è avvenuto nel 1995 con l’album Close your Eyes.

Al Ravello Festival, Elling, fortemente voluto dal direttore della sezione jazz, Maria Pia De Vito, sarà accompagnato, come detto, dal suo rinnovato quintetto, cui si aggiunge il portentoso e giovane trombettista Marquis Hill, per affrontare i brani tratti da The Questions, il nuovo vibrante lavoro appena pubblicato dalla Okeh\Sony in co-produzione con Branford Marsalis, sassofonista e recente beniamino del pubblico del Ravello Festival, ispirato da una lettura del drammaturgo austriaco di origine boema Rainer Maria Rilke, oltre ad altri celeberrimi standard di ogni tempo ed estrazione, fra cui perle di Bob Dylan e Peter Gabriel.

Per Hill, non ancora trentenne, il punto di svolta della carriera è sicuramente avvenuto nel 2014 con la vittoria alla prestigiosa Thelonious Monk International Jazz Trumpet Competition ma due anni prima il giovanissimo chicagoano si era imposto anche nella International Trumpet Guild Jazz Competition. Già da studente di musica Hill era un nome ricorrente negli ambienti del jazz della sua città e dintorni, sia come sideman sia alla guida delle proprie band.

Come leader ha pubblicato quattro dischi per la Skiptone, ed uno, l’ultimo, per la Concord. Nella sua musica si ritrovano gli umori, i suoni, le tradizioni del South Side di Chicago in cui è cresciuto, assieme alle nuove tendenze che un giovane musicista recepisce quotidianamente.

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