Competenze digitali, i requisiti principali per trovare lavoro oggi

Sono diverse le valutazioni positive dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sul lavoro svolto in Italia fino ad oggi, anche se ovviamente non mancano le criticità e le raccomandazioni a fare di più e meglio.

In Italia il 35% dei lavoratori si occupa di un settore che non ha nulla a che spartire con il percorso di studi fatti. Il 6% dei lavoratori non ha competenze utili, il 18% è sotto qualificato, ma il 12% ha competenze di livello elevato e il 21% risulta più che qualificato.

Il rapporto evidenzia come questa situazione si leghi a una perdita salariale media di circa il 17% rispetto a chi, invece, si specializza in un’area con chiari sbocchi occupazionali e le cui competenze sono richieste dalle imprese.

Le raccomandazioni dell’OCSE sono diverse e tutte indirizzate a fare ordine nel nostro sistema educativo e formativo, cercando di allinearlo con le necessità del mondo del lavoro.

Riguardo al lavoro svolto dal Ministero dell’Istruzione nella riforma degli Istituti tecnici superiori (Its): “Va incoraggiato il coinvolgimento delle imprese nello sviluppo della formazione tecnica finalizzata a rispondere alla domanda del mercato del lavoro in quanto le competenze tecniche, specialmente in informatica e elettronica, sono insufficienti”.

C’è da rafforzare le competenze 4.0, sia degli impiegati, sia del quadro manageriale, e per ciò che concerne quelle che vengono chiamate “soft skills”, cioè competenze trasversali dei lavoratori, queste sono caldamente raccomandate, perché utili ad adottarsi alle nuove tecnologie impiegate sul luogo di lavoro: “I corsi di aggiornamento e il lifelong learning (LLL) giocano un ruolo sempre più importante in tutti i paesi ed è essenziale per l’Italia di rafforzare l’offerta e la copertura della formazione continua fra i lavoratori ad ogni livello di competenza”.

Ma quali sono le 5 competenze digitali (nuovi requisiti necessari) per trovare lavoro oggi?

1.Avere conoscenze digitali generiche: Non basta conoscere ogni cosa del proprio ambito di studi trascurando tutto il resto. Indipendentemente dalla professione, bisogna sapere quali strumenti la tecnologia “di base” mette a disposizione e che è necessario saper usare per essere competitivi. Un avvocato deve sapere che esistono banche dati di libera consultazione, un medico che oggi si può tenere sotto controllo un paziente attraverso una app di telemedicina, un albergatore che esistono siti come Tripadvisor.

2. Avere intelligenza digitale: Sta nel saper sfruttare le potenzialità della tecnologia non soltanto per lavorare in maniera più agevole o veloce ma per fare un lavoro migliore. Un esempio sono i nuovi mezzi di comunicazione. Skype, Facebook e Twitter sono fondamentali anche in ufficio, per mettersi in contatto con chi vive dall’altra parte del mondo, confrontarsi sui problemi, trovare contenuti originali. Utilizzarli con intelligenza è quasi come fare un’esperienza all’estero restando in Italia.

3. Essere consapevoli e saper gestire i rischi digitali: La tecnologia non è quasi mai il fine ultimo del nostro lavoro, deve essere uno strumento utile e positivo, non rischioso. Ogni servizio che la piattaforma può offrire deve essere subordinato a questo. Non bisogna mai perdere di vista i reali obiettivi da raggiungere così come è importante saper gestire i problemi che possono nascere in Rete: privacy, commenti negativi, oscenità, violenza.

4. Avere intelligenza emotiva digitale: Interagire con gli altri, clienti e colleghi, nel modo giusto, può essere difficile vis-à-vis e lo è ancora di più quando si lavora da remoto. Per creare un clima positivo attorno a sè in azienda, è importante soppesare bene la parola scritta comunicando in maniera professionale ma empatica. Avere l’attitudine a lavorare in gruppo, avere buona capacità di ascolto e arrivare a soluzioni condivise sono qualità che chi assume guarda sempre con attenzione.

5. Avere una identità e una buona reputazione digitale: È il primo passo. Come si fa a essere “trovati” altrimenti? Per molti recruiter oggi conta anche la reputazione online. Ci sono datori di lavoro che controllano le pagine Facebook e Twitter delle persone da esaminare. Perciò è sempre bene stare attenti a ciò che si pubblica.

 

 

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