TURISMO SOCIALE E INCLUSIVO NELLE SPIAGGE VENETE

“Il Veneto, prima regione turistica d’Italia e sesta in Europa, dispone di tante ricchezze che attraggono vacanzieri e visitatori da ogni parte del mondo: obiettivo della Regione è far sì che questi beni culturali, artistici, paesaggisti e ambientali del nostro territorio siano fruibili a tutti, nella consapevolezza che tendere alla cosiddetta inclusività significa lavorare a un miglioramento complessivo del nostro prodotto turistico. L’obiettivo è rendere quello veneto il più lungo litorale accessibile, sicuro e inclusivo d’Italia”.

Così l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, ha illustrato stamane a palazzo Balbi a Venezia, insieme alla collega alle politiche sociali Manuela Lanzarin, il progetto “Turismo sociale e inclusivo nelle spiagge venete”, approvato dalla Giunta veneta lo scorso dicembre, la cui finalità è quella di sviluppare e favorire l’offerta di viaggio, vacanza e soggiorno delle persone con disabilità fisiche, motorie e/o sensoriali nelle località balneari venete.

 

L’iniziativa (che dispone di un budget di 650 mila euro complessivi) sarà attuata in collaborazione con le Aziende Ulss dei territori costieri: la n. 4 “Veneto Orientale”, capofila del progetto in considerazione della sua vocazione turistica ed esperienza in ambito di medicina turistica internazionale, rappresentata dal direttore generale dell’Ulss n. 4, Carlo Bramezza; la n. 5 “Polesana”, presente il direttore generale Antonio Compostella; la n. 3 “Serenissima”, rappresentata dal direttore dei servizi sociali, Danilo Corrà.

I comuni coinvolti sono quelli di San Michele al Tagliamento (Bibione), Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Venezia (Lido), Chioggia, Rosolina e Porto Tolle, che, insieme, nel 2016 hanno registrato attorno ai 25 milioni di presenze turistiche.

 

“In questi ultimi anni – ha spiegato il direttore Bramezza – le aziende socio sanitarie del litorale hanno operato per trasformare il concetto di ‘vacanze sicure’ in ‘vacanze in salute’, puntando non esclusivamente all’assistenza medica ma sviluppando l’azione anche in termini di produzione del benessere, dai consigli per la salute a una maggior attenzione ai bisogni delle persone diversamente abili. L’esperienza della ‘Spiaggia di Nemo’ che abbiamo già sperimentato con successo a Jesolo è un esempio concreto dell’opportunità di dedicare maggior attenzione ai temi del sociale, per rispondere alle esigenze di una potenziale clientela delle nostre spiagge tutt’altro che trascurabile, facendo sistema per rendere i litorali non solo facilmente accessibili ma anche più accoglienti”.

 

Si punta, attraverso questa azione, a rispondere alle esigenze di chi ha problemi di mobilità ridotta o altre forme di disabilità, ma anche di creare le condizioni per una maggior funzionalità delle spiagge per gli anziani e le famiglie con bambini. L’Unione Europea calcola che l’11% della popolazione, ben 37 milioni di cittadini (di cui quasi 4 milioni italiani), sia costituita da persone affette da disabilità permanente, che in molti casi dispongono di tempo libero e propensione al viaggio, con un potere d’acquisto analogo a  quello di altre fasce di popolazione.

 

È prevista la realizzazione di una rete integrata tra le strutture turistiche e ricettive, i servizi socio sanitari, le amministrazioni comunali e il privato sociale, allo scopo di promuovere un turismo capace di coniugare sviluppo economico e nuovi modelli sociali e in grado di attrarre, anche in ambito internazionale, un pubblico più vasto.  

 

Una convinta adesione all’iniziativa è venuta anche dalle categorie del settore turistico. “La sinergia tra Regione, operatori e amministrazioni del litorale – ha sottolineato Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto – vara con questo progetto la sua prima vera iniziativa unitaria. È un sogno che si avvera”.

 

“Un ulteriore intervento – ha concluso Caner – che va ad aggiungersi agli altri che come Regione abbiamo attuato e sostenuto nella promozione del turismo responsabile,  sostenibile e accessibile, come, ad esempio, ‘Gondolas4All’. Ma migliorare l’accessibilità, potenziare i servizi, consentire una fruizione completa dei luoghi di svago e di vacanza non è solo un gesto di grande civiltà, non è solo la risposta a una domanda turistica, è anche un approccio operativo per qualificare complessivamente la nostra offerta”.

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