IL PRIMO MINISTRO DELLA SERBIA ZAIA E LA GIUNTA REGIONALE

“La Serbia è un paese amico con cui collaboriamo da tempo, fin dai tempi della guerra della Repubblica di Venezia con Bisanzio e già questo la dice lunga.

Per noi veneti rappresenta un ponte importante verso le comunità dei Balcani e oltre”. Lo ha detto il presidente della Regione Luca Zaia nel corso dell’incontro a Palazzo Balbi con il primo ministro della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić, in visita istituzionale in Veneto.

Della delegazione serba facevano parte i consiglieri per la politica estera Tatjana Jovic, per gli investimenti esteri Danilo Cicmil, del gabinetto del primo ministero Tijana Vasilijevic e il presidente della Camera di Commercio e Industria della Serbia Marko Čadež. Gli ospiti erano accompagnati da Tatjana Garcevic incaricata d’affari e dal funzionario diplomatico Marko Rakic dell’Ambasciata serba a Roma e da Loreta Baggio console onoraria di Serbia a Treviso. E’ intervenuto anche Dejan Stankovic nella sua veste di vicepresidente della UEFA.

Dopo l’arrivo della delegazione nella sede della Regione alle ore 9.30, Vučić si è incontrato in sala di rappresentanza con gli assessori della giunta veneta con cui si è intrattenuto a colloquio e ha avuto successivamente un breve incontro bilaterale con il presidente Zaia. Al termine della parte istituzionale, si è svolto l’incontro pubblico con le rappresentanze delle categorie economiche del Veneto, introdotto dall’intervento del presidente Zaia. “Il primo ministro Vučić – ha detto il presidente – è un amico del Veneto e mio personale. Sono stato ricevuto da lui a Belgrado e ora ha ricambiato la visita che è un’occasione per parlare dei rapporti tra le nostre due comunità”.

Il presidente Zaia ha fatto presente che sono già 600 le imprese italiane presenti sul territorio serbo, di cui molte venete come Geox, Calzedonia, Benetton, Laborlegno Doo (ITLAS). Le imprese venete stanno costantemente incrementando la loro presenza in Serbia, con una crescita robusta e costante sia delle esportazioni che delle importazioni. Nel 2015 l’export veneto ha fatto registrare un incremento del 19,3%, soprattutto nei settori dell’abbigliamento e delle calzature, ed è pari a 225 milioni di euro.

Zaia ha detto che “Vučić ha saputo traghettare la Serbia fuori dalla palude” ed ora è un Paese in crescita,  con un PIL in aumento del 2,7% e sta investendo in infrastrutture e in relazioni per consolidare il percorso di sviluppo. Il Veneto quindi, geograficamente e storicamente vicino ai Balcani, è molto interessato a rafforzare ulteriormente i legami con la Serbia che rappresenta un ponte con l’Europa dell’est e molti altri mercati. “Molte imprese vanno lì a fare business – ha concluso – anche perché trovano una qualità dei rapporti e un’assistenza non comuni al giorno d’oggi”.

Il primo ministro ha ringraziato Zaia e la giunta veneta per l’accoglienza e ha voluto mettere l’accento sulla concretezza che ha inteso dare a questa visita. “Sono molte le imprese italiane e venete che già lavorano in Serbia – ha puntualizzato Vučić – ma per noi non sono ancora sufficienti. Se in Romania sono 1.100, da noi dovrebbero essere il doppio di quelle attuali perché in Serbia possono trovare opportunità migliori che altrove. Penso che la Serbia sia per il Veneto un buon posto per investire, così come lo sia il Veneto per noi”.

Vučić ha evidenziato che, a prezzo di decisioni impopolari, il governo serbo ha ridotto il deficit dall’8% all’1,4%, cosa mai avvenuta prima. La fiscalità è stata consolidata e anche grazie a questo ci si aspetta una crescita del PIL del 4% rispetto ad una previsione per il 2017 del 3%, una percentuale elevata rispetto ad altre realtà. Chi investe in Serbia – ha detto il primo ministro – può contare sulla stabilità politica, su una forza lavoro preparata e un costo del lavoro basso ma soprattutto su un mercato molto ampio che consente esportazioni anche in Russia (la Serbia non ha aderito alle sanzioni imposte dalla UE) e negli altri Paesi dell’Europa dell’est, ma anche in Turchia, fino alla Cina e al Giappone. “Attraverso di noi – ha detto – il Veneto potrà avere mercati aperti”.

Anche il presidente della Camera di Commercio e Industria della Serbia Čadež nel suo intervento ha messo in rilievo quest’ultimo aspetto, affermando che con la Serbia è raggiungibile un mercato di un miliardo 200 milioni di persone. Inoltre, grazie alla crescita del PIL, il rating del paese serbo è cresciuto di tre volte in termini attrazione nell’arco di un anno e mezzo. Con riferimento alle peculiarità del Veneto, Čadež ha suggerito anche alcune concrete linee di collaborazione su cui partire immediatamente: l’agroalimentare, la lavorazione del legno, il settore del turismo e della cultura.
E su aspetti tecnici come l’assistenza e gli incentivi alle imprese che intendono investire e avviare attività produttive in Serbia, i rapporti con il sistema bancario, le facilitazioni fiscali si sono incentrate le domande rivolte al termine da parte delle categorie economiche venete presenti all’incontro – da quelle agricole ed agroalimentari all’industria e artigianato, dal commercio alle cooperative –  che hanno manifestato vivo interesse nei confronti delle opportunità prospettate, per sviluppare azioni concrete di crescita reciproca.

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