A Napoli rinasce il Museo Pagliara

Duemila ore di attività di restauro e quattromila ore di attività di ricerca e sviluppo con 136 opere d’arte restaurate per riportare alla luce una delle collezioni artistiche più belle della città di Napoli.

Sono questi alcuni dei numeri imponenti del progetto “Arte in Luce” ideato e sviluppato dall’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, con il sostegno finanziario della Fondazione Tim, per valorizzare e ‘riaprire’ il Museo Pagliara fondato nel 1952 all’interno dell’antica cittadella monastica seicentesca di Suor Orsola.

I risultati di due anni di lavoro progettuale, che hanno coinvolto 80 studenti ‘eccellenti’ dei diversi corsi universitari del Suor Orsola, dal Corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali alla Scuola di specializzazione in beni storici-artistici, fino ai Corsi di Alta Formazione in Exhibition Design e in Progettista multimediale, saranno illustrati oggi alle 17 a Roma nella “Casa dei Cavalieri di Rodi”, da una delegazione del Suor Orsola guidata dallo storico dell’arte Pierluigi Leone de Castris, nel corso dell’evento “Mestieri d’Arte, origini e futuro in Italia”. Un evento specificamente dedicato alla presentazione degli otto progetti vincitori del bando  “Beni invisibili, luoghi e maestria delle tradizioni artigianali” lanciato dalla Fondazione TIM nel 2013 con un contributo complessivo di 1,5 milioni di Euro, per sostenere iniziative per la valorizzazione e il recupero, attraverso l’innovazione tecnologica, di arti e mestieri che compongono il patrimonio dei beni culturali ‘invisibili’.

Il progetto Arte in Luce

Il progetto Arte in Luce, attuato con la direzione scientifica di Paola Villani, ha consentito di riportare alla luce l’importante collezione di opere d’arte della Fondazione Pagliara, una collezione di grande interesse per la storia e la tradizione napoletana che include capolavori di importanti artisti, come El Greco, Bernardo Cavallino, Jean-Baptiste Camille Corot, Francesco De Mura, Pietro Scoppetta e Domenico Morelli.

La collezione dal 1952 su impulso della Fondazione Pagliara è raccolta in un Museo all’interno dell’antica cittadella monastica di Suor Orsola e ha messo insieme i preziosi lasciti di Rocco Pagliara (1857-1914), intellettuale napoletano di variegati interessi culturali, che in un clima di grande fervore artistico, fu un collezionista straordinario di quadri, stampe, porcellane, vetri, ceramiche, mobili e spartiti musicali.

Lo sviluppo del progetto ha consentito la definizione di un’innovativa procedura di restauro e valorizzazione delle opere d’arte coniugando il mestiere artigianale con le più innovative tecnologie per la digitalizzazione 3D insieme ad una piattaforma tecnologica finalizzata alla fruizione dei beni artistici mediante dispositivi mobili adottando la tecnica della realtà aumentata. “La metodologia applicata – spiega il coordinatore scientifico del progetto, Leopoldo Repola – ha consentito di individuare un unico processo tecnico, tecnologico e progettuale in cui il restauro dell’opera d’arte e la sua valorizzazione siano elementi persistenti di un più esteso sistema di fruizione attraverso cui, con le nuove forme di comunicazione applicate ai beni culturali, è possibile rivolgersi ad un target differenziato di utenti che includa persone con disabilità ed in particolare bambini”. Lo studio di questo sistema si è perfezionato modulando tra loro le diverse attività di conservazione con quelle di ricerca e sviluppo insieme ai molteplici laboratori sensoriali per non vedenti, realizzati in collaborazione con l’Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi, e alle diverse attività che hanno visto protagonisti bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni, allievi delle scuole superiori e studenti universitari.

“Il progetto – evidenzia Isa Bocciero, coordinatore scientifico del patrimonio muesale del Suor Orsola – ha proposto, quindi, una nuova metodologia di approccio al patrimonio culturale inteso come bene attivo, nodo di forze intorno al quale articolare, sovrapponendole, discipline differenti quali la formazione e l’educazione al bello, l’artigianato e l’interna conoscenza dei materiali, le tecnologie digitali per il rilevo tridimensionale dei beni e la loro restituzione mediante dispositivi per la realtà aumentata, l’arte del pensare e dell’immaginare che ha in sé l’amore per le differenze misurate nei luoghi fantastici dei bambini”.

La rinascita del nuovo Museo Pagliara (con l’inaugurazione programmata nei prossimi mesi), che avrà sede nella cittadella monastica di Suor Orsola, in questa logica,  vedrà la realizzazione di un ambiente di fruizione immersiva realizzata attraverso proiezioni di contenuti interattivi e tridimensionali in prossimità dei manufatti per mezzo di consolle di motion capture, i visitatori, e in particolare le persone con disabilità e i bambini, saranno immersi in scenari digitali visivi e sonori ricavati dai contesti e dalle ambientazioni delle opere, sentendosi inclusi nell’opera come dispersi tra i rivoli di significati e valori che essa rappresenta, e ancora sentirla nelle forme attraverso copie tattili realizzate da modelli digitali, mentre gli artigiani e i restauratori mostreranno le tecniche di realizzazione, le qualità dei materiali e l’importanza della cura.

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