SCUOLA-LAVORO: ASSESSORE DONAZZAN, “IN VENETO E’ GIA’ REALTÀ”

Coinvolti 30 mila giovani negli ultimi 5 anni con 700 progetti e 8 mln di fondi FSE

Il Veneto crede da sempre nell’alternanza scuola-lavoro, perché la cultura del lavoro fa parte del nostro Dna ed è il ‘segreto’ del dinamismo delle imprese e dell’economia veneta. Per questo la Regione Veneto continua a investire da almeno vent’anni in percorsi di avvicinamento diretto degli studenti alla realtà del lavoro e alla vita delle aziende ed è stata la prima realtà in Italia a coinvolgere anche i licei”. Ha esordito così l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Elena Donazzan, intervenendo questa mattina al convegno promosso da Regione Veneto e Ufficio scolastico regionale, al liceo Modigliani di Padova, per fare il punto dell’esperienza veneta e delle proposte operative per il nuovo anno scolastico sull’alternanza scuola-lavoro.

La legge 107 del 2015, la cosiddetta ‘Buona scuola’, ha introdotto, infatti, l’obbligo per tutti gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di svolgere almeno 200 ore di formazione ‘on the job’: un obbligo che riguarda tutti i 116 mila studenti veneti dell’ultimo triennio di scuola superiore.

“La Regione Veneto negli ultimi cinque anni ha investito quasi 8 milioni di fondi Fse – ha ricordato Donazzan, riepilogando i dati dell’Osservatorio regionale per l’alternanza – per dare vita a circa 700 diversi progetti di integrazione tra scuola e lavoro: 260 ore a testa, in orario extrascolastico, divise tra formazione teorica e stage lavorativi, nei quali gli studenti delle classi quarta e quinta hanno potuto sviluppare competenze nuove e trasversali, conoscere e sperimentare i luoghi del lavoro del proprio territorio, addestrarsi alle dinamiche del mercato del lavoro. Sono quasi 30 mila gli studenti coinvolti negli ultimi 5 anni con oltre 150 mila ore di formazione teorico-pratica, grazie al dialogo diretto tra scuole e imprese e alla collaborazione tra docenti e categorie produttive del territorio. Una formula vincente, che ha arricchito i curricula scolastici dei ragazzi, abbassato il tasso di dispersione scolastica (in Veneto è il più basso d’Europa) e dimezzato gli indici di disoccupazione giovanile”.

“A differenza del nuovo obbligo governativo, noi l’alternanza scuola-lavoro l’abbiamo fatta investendo risorse aggiuntive e non sottraendo ore alla formazione teorica, ma puntando a integrare e completare il percorso scolastico, cioè aggiungendo percorsi e laboratori in orario extrascolastico. Perché non ci può esser cultura del lavoro senza un adeguato investimento economico e formativo e senza valorizzare l’apporto riflessivo della formazione teorica”.

“Se invece di centralizzare tutto venisse dato da Roma maggiore spazio di manovra alle Regioni – ha concluso Donazzan – ci sarebbe una gestione più virtuosa delle varie materie e dei vari ambiti, anche nel caso dell’alternanza scuola-lavoro”.

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