Ce.S.I.: Le nuove prospettive del dialogo libico

Negli ultimi giorni, con l’operazione militare nella “Mezzaluna petrolifera” libica e la presa degli impianti estrattivi e di stoccaggio di Zueitina, Agedabia, Ras Lanuf e al-Sidra, il Generale Khalifa Haftar ha compiuto un altro passo verso il raggiungimento del suo obiettivo strategico: sottolineare il proprio ruolo militare all’interno dello scacchiere libico e avere una pesante dote da portare al tavolo dei negoziati per la stabilizzazione del Paese. Infatti, la presa del controllo degli impianti petroliferi nel secondo più importante bacino estrattivo della Libia (dopo l’Elefant field dell’ENI) non ha solo una valenza militare, in quanto le truppe di Haftar in poco tempo sono riuscite a sconfiggere le milizie della “Guardia di Difesa Petrolifera”, l’organizzazione, guidata da Ibrahim Jadhran, che da qualche anno controlla la maggior parte degli impianti e che era riuscita, negli scorsi mesi, a respingere gli attacchi dello Stato Islamico che da Sirte aveva messo gli occhi sui giacimenti.

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