Presentazione del libro “La notte dei lapis – La memoria dei desaparecidos”

Con questo libro gli autori, militanti del movimento democratico, offrono un documento di prima mano che è anche un’appassionata testimonianza civile.

La Plata, settembre 1976. Gli studenti delle scuole secondarie manifestano per ottenere, come ogni anno, il “Boleto Estudiantil secundario” (una tessera per usufruire dei mezzi di trasporto a tariffa ridotta).
Ma nel paese domina il terrorismo di Stato, sono al potere i generali, e la risposta è brutale. Quei ragazzi diventano dei “desaparecidos”; uno soltanto, Pablo Diaz, dopo anni di prigione, recupera la libertà e diviene testimone del sequestro e delle torture dei suoi compagni. La “notte dei lapis” è il nome con cui l’episodio resterà negli archivi della polizia argentina.

Con questo libro gli autori, militanti del movimento democratico, offrono un documento di prima mano che è anche un’appassionata testimonianza civile. Ai capitoli dedicati alle biografie dei sette adolescenti “desaparecidos” e a quelli che raccontano le atroci sequenze del sequestro e della prigionia, si alternano capitoli che analizzano la situazione e il ruolo del movimento studentesco nella lotta contro la dittatura. “La nostra vita sarà la tua vita” sembrano dire gli scomparsi argentini della notte dei lapis a colui che, per sorte, gli sopravvive. Dare testimonianza diventa il compito di una vita perché la memoria di tutti i desaparecidos possa incarnarsi e continuare a vivere nel presente e nel tempo a venire: in coloro che vengono dopo. Poiché il solo luogo dove i desaparecidos possono ancora comparire è la memoria. Una memoria che non sia falsificazione ma ricordo attivo. Manifesto di una generazione che ha lottato strenuamente contro il Potere pagando il prezzo più alto, fino ad essere brutalmente cancellata.

Una generazione che chiede ancora di essere ascoltata, compresa, amata.

La prefazione di Goffredo Fofi, profonda e necessaria, collega La notte dei lapis alle altre questioni irrisolte dell’America latina, il Messico per esempio, per giungere al nostro presente.

Pablo Diaz verrà da Buenos Aires, e sarà alla presentazione di martedì 26 aprile alla Casa delle Letterature per raccontare la sua storia, assieme a Goffredo Fofi, ad Alessandra Riccio, la traduttrice e curatrice del libro, e con loro ci sarà anche Enrico Calamai, altra figura emblematica per quegli anni, diplomatico prima in Cile durante la dittatura di Pinochet, e poi in Argentina, dove aiutò diversi rifugiati politici di origine italiana e non solo a fuggire dal paese, rischiando moltissimo. Calamai ha scritto un libro, ora ristampato da Feltrinelli: Niente asilo politico.

 

La casa editrice Portatori d’acqua, editore indipendente con sede a Pesaro, ha deciso di ristampare questo testo, uscito a suo tempo nel 1986, per gli Editori riuniti, ripresentandolo con uno scritto di Fofi e una lettera di Pablo Diaz, avviando così un discorso sulla memoria e sul rapporto che questa instaura con il presente.

 

 

PABLO DIAZ

Pablo Alejandro Díaz (La Plata, 26 giugno 1958) è l’unico testimone sopravvissuto ai sequestri dell’operazione militare, denominata “La Noche de los Lápices” (Notte delle matite), avvenuta il 16 settembre 1976 a La Plata, Buenos Aires, dopo aver partecipato alle manifestazioni, in precedenza per l’istituzione e successivamente contro l’abolizione, del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali alcune agevolazioni negli anni della dittatura militare argentina (marzo 1976 – dicembre 1983).

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