BUONAJUTO: SOLO IL CIVISMO SALVERA’ NAPOLI

Un augurio alla città. Mentre inizia il count down che segna il suo saluto istituzionale, il presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Buonajuto rivolge un pensiero alla sua terra e ai suoi concittadini esortandoli a impegnarsi al massimo per cambiare il volto alla città.

Presidente come vede la Napoli del futuro?

“Sono convinto che solo un forte senso civico salverà questa magnifica città dai mali che l’affliggono e che vengono da lontano: combattendo la dispersione scolastica che genera devianza giovanile, disperazione e morte, installando piccoli impianti sportivi nelle periferie che devono sentirsi al centro dell’interesse delle istituzioni, rendendole più attrattive, curando il verde pubblico e l’arredo urbano, assicurando servizi funzionanti e garantendo la sicurezza degli abitanti con posti fissi delle forze dell’ordine da installare nel cuore dei quartieri a rischio.”

A suo avviso  è possibile far trionfare la legalità?

“ Sì, il rispetto della legge e delle regole di condotta  oggi si ottiene combattendo innanzitutto la corruzione pubblica e privata e non solo con i cortei, che pure hanno un forte carica simbolica, ma dai piccoli gesti della nostra quotidianità. E non posso tacere il percorso di speranza cui ha alluso al riguardo Papa Francesco in occasione della sua visita a Scampia quando ebbi l’onore di chiedergli della corruzione che dilaga nel corpo sociale e della risposta della Chiesa.”

Ci può fare un esempio?

“ occorre recuperare il valore della vita e della dignità della persona e, con esse, il gusto della onestà e della reputazione personale guardandosi intorno e osservando ciò che non va: e la “spia” di quest’indifferenza risiede nel pessimo stato di conservazione di molti monumenti e degli stessi  simboli della identità nazionale, espressi dalle bandiere italiane e comunitarie che spesso pendono dagli edifici pubblici, ridotte logore e a brandelli, nel disinteresse generale.”

Ha delle indicazioni per chi rileverà il suo incarico?

“Lascio al mio successore una Corte d’appello approdata sulle sponde della modernità grazie all’avvio di un laborioso processo d’informatizzazione dei servizi e delle procedure, compiutamente descritto in una preziosa “guida” . Ma quel che più conta sono i positivi risultati della riduzione dell’enorme arretrato delle pendenze processuali civili e penali, raggiunti grazie al forte impegno dei magistrati, ad onta della penuria delle risorse e del personale amministrativo, che con forte spirito di servizio ha finora fronteggiato le crescenti difficoltà del sistema giustizia nella messianica attesa dei promessi rimpiazzi.

E di questo v’è traccia nel primo bilancio di responsabilità sociale inaugurato dalla Corte d’Appello nello scorso ottobre  laddove si dà conto degli accresciuti compiti amministrativi dell’Ufficio al quale compete, non solo la vigilanza sui tribunali del Distretto ma anche, e da ultimo, a personale invariato, la stipula dei contratti di servizio in precedenza riservata ai Comuni.

Ecco perché sono fiero di aver traghettato la Corte nella moderna società dell’informatizzazione pur restandomi il rammarico di non poter completare questo percorso fino al suo esito, a causa della legge di riforma della giustizia che abbassa di cinque anni il termine del collocamento a riposo dei magistrati provocando una massa critica di vuoti d’organico che sarà difficile sanare in tempi brevi.

Cosa vuole ricordare in particolare del suo mandato?

“ Nella mia vita giudiziaria ho avuto la ventura di vedere realizzate le più significative delle proposte da me concepite nel corso degli anni; dalla introduzione della cd.autorelazione (che consente ai magistrati di dare diretta e personale contezza della loro attività giudiziaria) alla  creazione dell’Ufficio Documentazione della Procura Generale della Corte di Cassazione; dal risalente progetto della biblioteca “G.Tartaglione” al suo trasferimento nei luminosi locali del Nuovo Palazzo di Giustizia, fino all’ideale recupero di Castel Capuano mercè la istituzione, con il concorso di tutti i protagonisti del mondo giudiziario, dell’omonima Fondazione, felicemente inaugurata nel 2012.

Neppure posso tacere dell’impegno speso, nei primi due anni del mio mandato, per realizzare il necessario trasferimento degli uffici amministrativi della Corte da Castelcapuano all’attuale sede del Centro direzionale, con il corteo di una mole impressionante di carte e fascicoli e delle problematiche affrontate, d’intesa con il compianto Procuratore generale Vittorio Martusciello, per assicurare, nel settembre del 2013, le indispensabili applicazioni di personale per consentire l’apertura e il primo funzionamento del nuovo tribunale di Napoli Nord, nel quadro della nuova geografia giudiziaria del distretto, ricco di una serie di criticità d’ogni genere.

Appena aggiungendo che l’odierna allocazione della Corte d’Appello di Napoli fa ben sperare per il futuro, specialmente se verranno accordate le indispensabili risorse di personale che ci sono state promesse.”

A cosa si dedicherà, una volta lasciato il suo attuale incarico?

“ Il progetto che mi sta, oggi, maggiormente a cuore è quello, maturato nell’ambito della Fondazione  CastelCapuano, su proposta del prof.Amarelli, inteso alla istituzione, nel palazzo di Castelcapuano, di una “Città della Legge” che culmini, inglobandolo,  nel Memoriale delle vittime della camorra, per il quale v’è una generale condivisione in ogni sede istituzionale. Si tratta di un percorso guidato che dia conto della storia della legislazione, dagli albori della civiltà ad oggi. Al riguardo non mi resta che  confidare in un efficace “gioco di squadra” tra le istituzioni interessate che,  smentendo l’avversa sorte, consenta la realizzazione di questo significativo progetto.

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