Teatro Nuovo di Napoli: “Discorsi alla nazione” di Ascanio Celestini

Un aspirante tiranno che esorta i cittadini a eleggerlo “democraticamente”, una nazione immaginaria precipitata in una guerra civile, un condominio abitato da persone immerse in infinite solitudini, che hanno più a che vedere con la disgregazione sociale che con una condizione esclusivamente intima, portate in scena, con la forza delle parole, da un maestro del teatro di narrazione.

Al Teatro Nuovo di Napoli arriva, mercoledì 15 aprile 2015 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 19) Ascanio Celestini con i suoiDiscorsi alla nazione, che sveleranno le maschere, le ombre e le contraddizioni generate dal potere autocratico, in cerca di costante consenso e legittimazione.

Discorsi alla nazione, presentato da Fabbrica, si allontana dalla classica cifra affabulatoria dell’artista romano, che “costruisce” uno spettacolo diverso dai suoi precedenti lavori in grado di materializzare, pezzo dopo pezzo, una sorta di distopia, un prossimo futuro che potrebbe essere nostro, se non fosse per alcune surreali caratteristiche.

Celestini offre un’affilata analisi del linguaggio politico, quello quotidiano e quello dei personaggi pubblici (inquinato dalla quotidianità, dai cori da stadio e da chiacchiere da bar, nell’Italia berlusconiana e post-berlusconiana), adottando il meccanismo dell’identificazione e tratteggiando una geografia di valori politici allo sfascio e una profonda crisi di identità collettiva e individuale.

Discorsi alla nazione è un’analisi politica e sociologica, così diretta e schietta da apparire surreale e violenta, e contraddistinta dall’elevato contenuto di verità cronachistiche, più che storiche e storiografiche.

Un’ampia e approfondita indagine sulle molteplici facce del potere, inseguito nei suoi luoghi, nelle sue prerogative, nelle sue forme di controllo, nei suoi anfratti, nelle sue verità così evidenti eppure così nascoste.

Attraverso una passerella di dittatori immaginari, con le loro tecniche persuasive e perfide, angoscianti nella loro sfrontata evidenza di linguaggio e comunicazione, di analisi sociale, lo spettacolo accompagna in una sorta di percorso all’indietro nella storia d’Italia, paese senza memoria sempre più distratto dai beni di consumo, quali, tra gli altri, telefonini, televisioni e concessione di diritti apparenti.

Discorsi alla nazione è uno spettacolo che mostra, oggi, le multiformi doti autoriali di Ascanio Celestini, che si spingono oltre il classico schema del cosiddetto “teatro di narrazione”, cui l’artista ci ha abituati sin dai suoi esordi, o degli sketch televisivi, che, successivamente, l’hanno fatto conoscere al grande pubblico.

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