Art1307: oro e argento per le opere nipponiche ispirate a Napoli di Yasunari Nakagomi

In mostra ventidue opere di ispirazione partenopea per l’artista giapponese Yasunari Nakagomi, per la prima volta in Italia, che da domani, 29 maggio e fino al 15 giugno, a Villa di Donato ( P.zza S. Eframo Vecchio)  a Napoli, invitato dall’ Istituzione Culturale  Art1307, inaugura dalle ore 20, la sua personale, “ Metaphysics of Landscapes” ( Metafisica del paesaggio) .

Ospite del progetto “Residenza di artista”, ideato da Cynthia Penna Simonelli, curatrice anche della mostra, Nakagomi  in città da circa un mese e mezzo, ha prodotto lavori inediti, ispirandosi alla città e al suo “incontro” con il Caravaggio del   Pio Monte della Misericordia, dove infatti ha esposto ( fino al 3 giugno)  nella sacrestia la sua opera dedicata al quadro delle “Sette opere di Misericordia”  e che poi sarà donato  al Pio Monte,  rientrando così a far parte  della sua collezione di opere di arte contemporanea. La sua è  una  singolare tecnica ad olio su tavole con preparazione a gesso oro o argento. La pittura superficiale sovrapposta viene, successivamente, rimossa con spatole e pennelli in modo tale che la luminosità dell’oro e dell’argento emergano dal fondo dando luogo ad effetti di “luce” violenta e satura. L’effetto finale è di grande suggestione e si rapporta direttamente alla “luce” caravaggesca.

 

“Ancora paesaggio? Ancora natura? Ancora orizzonti, luoghi, nebbie, mari, montagne e colline?

No, decisamente no – spiega la curatrice. Yasunari Nakagomi ha scelto piuttosto un luogo universale per esprimere la sua arte: il cervello, il cervello umano che disegna, fantastica, memorizza, e poi elabora, proietta la Sua particolare idea e la “sua” visione di quel che lo circonda trasformandola in idee, concetti, scritti, musica e opere d’arte. La levità ed evanescenza degli sfondi della pittura nipponica si esprimono come una nebbia che avvolge la scena e rimanda alla tradizione storica e rituale delle ambientazioni di Hokusai e di Hiroshige ; a volte, invece, il tratto pittorico si esprime attraverso una pennellata più decisa che rinvia alla tradizione della scrittura orientale. Se ne distacca nelle colorazioni accese e nelle sferzate luminescenti dei fondi oro o argento (presi a prestito dalla tradizione medievale italiana ed europea) della preparazione a gesso della tela che, fuoriuscendo dal fondo, vanno ad accendere di luce la composizione”.

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