VIOLENZA DONNE: REGIONE VENETO ANTICIPA BANDO PER CENTRI ANTIVIOLENZA

All’indomani di ogni morte violenta di una donna tutti si chiedono se non si potevamo fare qualcosa per evitarla.“Non voglio aggiungere parole al coro delle condanne e alle dichiarazioni di intenti. Ho preferito passare dalle parole ai fatti: con la delibera approvata oggi dalla Giunta, la Regione Veneto anticipa subito – in via diretta – i fondi stanziati nel proprio bilancio per centri antiviolenza, case rifugio e case di secondo livello, senza aspettare l’arrivo dei fondi statali, sempre annunciati e non ancora arrivati”.

Così Manuela Lanzarin, assessore al Sociale della Regione Veneto, rende nota l’imminente pubblicazione dei bandi per finanziare i progetti delle 42 strutture accreditate dalla Regione Veneto per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Un bando che quest’anno sarà dunque ‘sdoppiato’, tra fondi regionali e fondi statali, per evitare ulteriori ritardi all’erogazione delle risorse.

“La Regione Veneto – ricorda l’assessore – ha stanziato 400 mila euro all’anno per il periodo 2016-2018 per sostenere attività e progetti dei 21 centri antiviolenza, delle 9 case rifugio e delle 12 case di secondo livello – spiega l’assessore – Abbiamo aspettato sino ad oggi ad erogare queste risorse, in attesa dei promessi fondi governativi che avrebbero permessero di rendere ben più sostanzioso e organico l’intervento pubblico a favore degli enti locali e del privato sociale. Ma di fronte alla triste contabilità delle donne maltrattate, violate e uccise, e delle aggressioni di cui le donne sono vittime, anche nella nostra regione, non possiamo più limitarci a ribadire verbalmente l’impegno delle istituzioni o ad evocare fantomatiche ‘cabine di regia’, come ha fatto il ministro competente. Da parte nostra, quindi, come amministrazione regionale, abbiano deciso di rendere subito disponibili, in via diretta, le risorse previste nel nostro bilancio, senza aspettare il riparto del fondo statale. Forse creeremo qualche disagio in più ai responsabili dei centri antiviolenza, che dovranno compilare i moduli due volte e concorrere ad un duplice bando. Ma preferiamo – conclude l’assessore – dare un sostegno concreto e immediato ai centri antiviolenza, senza aspettare tardive e pletoriche convocazioni romane”.

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