Unci Agroalimentare non tollera il rifiuto dei voucher agricoli

UNCI Agroalimentare esprime il proprio disappunto in riferimento alla decisione della Commissione Bilancio del Senato di dichiarare improcedibile l’emendamento per la reintroduzione dei voucher nell’ambito dei lavori per la conversione del dl Cura Italia.

La reitroduzione dei voucher, insieme alla semplificazione delle procedure di impiego degli stessi, appariva necessaria in un momento in cui mancano circa 370mila braccianti stranieri impossibilitati, a causa della contingente crisi epidemiologica e delle connesse misure di contenimento, a tornare dai rispettivi paesi di origine.
Così frutta e ortaggi di stagione (fragole, asparagi etc), eccellenze esclusivamente italiane, rischiano di marcire nei campi o nelle serre lasciando sforniti i mercati e quindi i consumatori finali. Per tali motivi UNCI Agroalimentare aveva proposto l’opportunità di reintrodurre, in agricoltura, l’uso dei voucher, strumento veloce e flessibile per il reclutamento di manodopera da impiegare nelle campagne.
La bocciatura della Commissione Bilancio non solo toglie all’agricoltura la possibilità di rifornimento di manodopera ma disattende anche  la speranza di integrazione o sostegno al reddito per studenti, pensionati o nuovi disoccupati in un particolare disagio economico.
“A nostro avviso – fa sapere Unci Agroalimentare con un comunicato -, la bocciatura vale un doppio fallimento: prodotti che marciscono e uomini senza lavoro; un vero e proprio controsenso”.
Per l’ uomo il lavoro, è tra i valori più importanti, quelli che servono a riappropriarsi della propria dignità.
“Allora facciamo appello anche ai sindacati – continua la nota -. In un momento di crisi non solo sanitaria ma anche economica, bisogna cercare di ricorrere a tutti i mezzi possibili per sostenere il reddito dei lavoratori in difficoltà. Per molti settori può essere una soluzione CIGO o CIGD, ma non per l’agricoltura. L’agricoltura non si può fermare”.
La manodopera mancante, secondo Unci Agroalimentare, va rimpiazzata con linfa nuova che  soddisfi sia la domanda che l’offerta occupazionale, anche se attraverso il sistema dei voucher.
Il tutto chiaramente in un quadro di massima trasparenza in tema di retribuzione e contribuzione
“Le nostre cooperative agricole – si legge ancora nel comunicato –  hanno lavoro da svolgere ma manca manodopera; eppure ogni giorno ricevono richieste da parte di studenti, di cuochi, camerieri, baristi che vogliono lavorare. Noi giriamo il loro appello alle Istituzioni”
In campagna  ci sono semine e raccolte stagionali che non possono aspettare, i lavoratori ci sono e anche gli strumenti per garantire legalità e trasparenza.
“Ma bisogna fare presto – conclude il comunicato -, bisogna evitare che  i prodotti stagionali della nostra filieta finiscano al macero a discapito non solo delle tavole italiani ma soprattutto delle imprese e dei lavoratori già in difficoltà”.

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