Unesco, Città Metropolitana modello Napoli

Il Manifesto per il turismo sostenibile ai tempi del coronavirus redatto dalla Città Metropolitana di Napoli diventa nazionale. L’Associazione che raggruppa gli Enti responsabili della gestione dei Siti UNESCO d’Italia (tra cui, ad esempio, i Comuni di Venezia, Firenze, Roma, Milano, Ferrara, Verona, Mantova, Matera, Genova, o più piccoli, come Noto e Montalcino, Regioni come la Toscana, l’Umbria e il Veneto, Fondazioni come quella delle Dolomiti, il Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po)  lo ha dichiarato una best practice e lo ha indicato come modello da seguire per tutti gli aderenti.

Affrontare la cosiddetta ‘fase 2’ valorizzando gli itinerari culturali in spazi aperti e meno conosciuti sebbene di non minor pregio diventa quindi, sulla falsariga di quanto fatto dalla Città Metropolitana di Napoli, una linea di indirizzo per tutte le aree insignite del sigillo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO d’Italia. E così, mentre la Città Metropolitana ha individuato 50 Itinerari Culturali da percorrere e promuovere – come ad esempio quello dei parchi nei Campi Flegrei, sul Vesuvio e nel capoluogo, il Sentiero degli Dei lungo la penisola Sorrentina, la Rotta di Enea e il Cammino delle Acque, i siti della Rivoluzione Napoletana e le residenze reali del periodo borbonico, senza dimenticare le Chiese Aperte, i Borghi Storici, i percorsi Slow Food – così esperienze analoghe o corrispondenti sono state sviluppate dagli altri gestori dei Siti UNESCO: sono nati così, ad esempio, i “Sentieri, i cammini e il turismo all’aperto” nella zona di Cerveteri, il “Villaggio operaio di Crespi d’Adda” a Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo, uno tra gli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale al mondo, gli itinerari della “Città Medievale” di San Gimignano a Siena o di Civita di Bagnoregio e la Valle dei Calanchi nel viterbese.

Il Convegno

È stato questo il tema centrale del Convegno Nazionale «La Cultura come Cura. Per un turismo sostenibile e una rinnovata comunità di patrimonio», promosso dalla Città Metropolitana di Napoli e dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, che si è tenuto questa mattina a Napoli nella splendida “Sala Vasari” del Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi.

“Siamo molto lieti – ha affermato il Sindaco della Città Metropolitana, Luigi de Magistris, nel suo intervento – che l’Associazione che riunisce i Siti UNESCO abbia deciso di prendere a modello un nostro lavoro e di porlo come esempio per tutti gli altri. Questo vuol dire che quella intrapresa è la strada giusta, che ci porterà, pur tra le mille difficoltà dovute all’epidemia, al più presto a replicare i primati di incremento di presenze e di indotto turistico fatti registrare nel periodo pre-Covid, ottenuti grazie al duro lavoro che abbiamo messo in campo. Siamo felici di ospitare i rappresentanti di un’Associazione così prestigiosa, che annovera tra i suoi membri realtà e siti tra i più belli del mondo, perché questo testimonia che Napoli ha tutte le caratteristiche per esercitare il ruolo di capitale e di guida nei settori del turismo e della cultura a livello nazionale e internazionale”.

“L’Associazione – ha annunciato il Presidente, Alessio Pascucci – è fortemente impegnata a promuovere la buona prassi realizzata dalla Città Metropolitana di Napoli sostenendo i soci e i suoi sostenitori a replicare l’esperienza, giacché fra le prerogative del post-Covid c’è anche la sperimentazione di nuove pratiche e la rielaborazione di prassi, un tempo consolidate ed efficaci, che oggi si rivelerebbero fallaci. La cultura è una cura alla crisi generata dal Covid19, ma anche uno strumento per rileggere le nostre necessità e prospettive”.

La Consigliera Metropolitana Delegata alla Cultura come Sviluppo, Elena Coccia, promotrice dell’evento, ha invece sottolineato “la validità del Manifesto elaborato dal Gruppo di lavoro della Città Metropolitana, al quale hanno preso parte esponenti del mondo accademico, associazionistico e culturale, oltre che istituzionale, che ha indicato soprattutto un ‘metodo’ per affrontare la crisi da coronavirus e per trasformarla in opportunità: da quando lo abbiamo presentato – ha proseguito – stiamo registrando apprezzamenti e condivisioni su larghissima scala, e questo ci inorgoglisce e ci fa ben sperare per il futuro”.

Le ‘Comunità di patrimonio’ e i dossier per le candidature UNESCO

Il Convegno ha costituto l’occasione per affrontare anche altre due tematiche sul piano nazionale: quella della costituzione delle ‘Comunità di patrimonio’ intorno ai beni UNESCO, come indicato dalla Convenzione di Faro, e quella dei dossier per le candidature a Patrimonio dell’Umanità. Oltre ai progetti che riguardano la Città Metropolitana di Napoli (l’elenco dei progetti di candidatura UNESCO già presentati al MIBACT da Palazzo Matteotti è costituito da tre dossier: “L’Uomo che vive nel Vulcano” – il complesso paesaggistico e storico-culturale dei Campi Flegrei, “L’Arte della lavorazione del corallo e del cammeo” e il sito seriale dei “Siti e Residenze reali del periodo borbonico”), con padre Salvatore Fratellanza, Presidente del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate, è stato esaminato, in particolare, quello relativo al riconoscimento, per l’appunto, delle Confraternite.

Svelati i 50 Itinerari Culturali in spazi aperti della Città Metropolitana di Napoli

Nel corso del workshop – che ha visto anche gli interventi di Marcella De Martino, Prima Ricercatrice Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo IRISS/CNR, Maria Teresa Moccia di Fraia, archeologa e rappresentante dell’Associazione la Rotta di Enea, e di Roberta Varriale, Ricercatrice dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo ISMED/CNR, e la partecipazione dell’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, e del Consigliere Delegato alla promozione delle eccellenze e del marchio ‘Città Metropolitana’ – sono stati anche svelati i 50 Itinerari Culturali in spazi aperti definiti dalla Città Metropolitana di Napoli, suddivisi in 5 gruppi.

Diciotto sono quelli legati al Verde Urbano e ai Parchi (tra gli altri, il Bosco di Capodimonte, le Ville e i Parchi di Napoli, il Parco dei Campi Flegrei, quelli del Vesuvio, del Sarno e dei Monti Lattari), mentre 14 sono gli Itinerari del Trekking Metropolitano e della Street Art: ad esempio le Scale di Napoli, il Cammino dei Teatri antichi, Il Miglio d’Oro, i Borghi Storici del Comprensorio Nolano, il Sentiero degli Dei con l’intero territorio della Penisola Sorrentina, la Strada di Athena e i percorsi della Street Art alla scoperta dei murales di Jorit.

Liternum a Giugliano, la Fescina a Quarto, e poi Nola, Cimitile, il parco fluviale di Longola a Poggiomarino sono solo alcuni degli Itinerari Archeo-Naturalistici (in tutto 10), mentre l’Area Marina e Parco Sommerso della Gaiola a Napoli, il Parco Archeologico Sommerso di Baia, le vie dell’Acqua e del Fuoco di Torre del Greco, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, l’Acquedotto Augusteo dal Serino a Sarno fino alla Piscina Mirabilis a Miseno costituiscono gli Itinerari delle Acque.

Chiudono il percorso i 4 Itinerari della Memoria – Itinerari Borbonici e Itinerari Rivoluzionari, che comprendono, in particolare, Palazzo Reale, la Reggia di Capodimonte, Castel Nuovo, Castel dell’Ovo, Castel Capuano, Castel Sant’Elmo, la Tenuta degli Astroni a Napoli, La Reggia e Villa d’Elboeuf  a Portici, Villa Favorita a Ercolano, la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia, il Casino di Caccia a Licola e la Casina del Fusaro a Bacoli e altre dimore a Procida, Ischia, Cercola, Grumo Nevano, Palma Campania.

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