Torre Annunziata: “La scuola al centro” per il recupero della memoria storica

La Scuola Secondaria Statale Giovanni Pascoli e l’Istituto Comprensivo Parini-Rovigliano, vincitrici del Bando del MIUR “LA SCUOLA AL CENTRO”, in rete con con l’A.P.S. Part-Net (Partners per la Comunicazione Sociale), stanno realizzando due importanti progetti educativi,

rispettivamente il primo LA MEMORIA A SCUOLA: la struttura scolastica  come “muro  del tempo” ed il secondo “IL PERCORSO DELLA MEMORIA: tra realtà e fantasia” che per tutto il periodo estivo e coadiuvati dai rispettivi docenti e dai relativi esperti esterni, vedono impegnati complessivamente circa un centinaio di studenti, alla scoperta ed al recupero della “memoria storica e collettiva” della città oplontina.

“Abbiamo sin da subito accolto favorevolmente l’idea del video foto giornalista Salvatore Sparavigna, di far scoprire direttamente dai nostri alunni la differenza che c’è tra la città che si presentava in tutta la sua bellezza ed operosità ai nostri nonni e quella che oggi è sotto gli occhi di tutti” – afferma la DS della G. Pascoli prof.ssa Daniela Flauto – e l’analisi dettagliata di circa 600 fotografie d’epoca del territorio, da parte degli stessi alunni accompagnati poi negli stessi luoghi per farli toccare con mano – fotografandola direttamente – la realtà di queste trasformazioni, oltre a raccogliere in video le testimonianze e i racconti degli anziani del posto, o facendoli sviluppare sulle ali della fantasia e della creatività “interviste impossibili” a personalità famose torresi vissute in epoche passate, penso sia il dono più bello che si possa fare sia a loro stessi che alla città intera, poiché il recupero e la valorizzazione della memoria storica da parte dei nostri giovani studenti, insieme alla loro formazione scolastica, sono i perni principali su cui innervare le nostre speranze per un futuro migliore: il recupero del passato per costruire il futuro.”

Alla scuola media Giovanni Pascoli, infatti, molte delle pareti dello stesso istituto saranno trasformate in un “Muro del Tempo” grazie alla copertura delle stesse con una dozzina di enormi pannelli, ciascuno dei quali illustrerà una mappa di un quartiere della città, sulla quale saranno geo-referenziate le foto (sia le antiche che le moderne realizzate dagli alunni) in quei punti scelti per la visualizzazione delle trasformazioni della città, oltre ad ospitare sia i monitor dai quali saranno trasmesse le video interviste agli anziani e sia le “interviste impossibili” realizzate con la “scrittura creativa” .

Sulla stessa lunghezza d’onda è la DS del Parini-Rovigliano, che dopo la scoperta ed il recupero di una notevolissima quantità di antichi registri e pagelle scolastiche (alcuni risalenti addirittura al 1901) che giaceva impolverata in depositi chiusi e dimenticati, ha pensato bene di restituirle nuova luce e nuova visibilità e coinvolgere i ragazzi con la creazione, appunto, del “muro della memoria” interamente costruito e realizzato dagli alunni su cui, varie tipologie di pagelle che ne caratterizza l’evoluzione nel secolo, accompagnate da soddisfacenti didascalie, faranno da cornice ad un “treno del tempo” i cui vagoni – raffigurati da foto d’epoca – segnano le tappe importanti di una economia florida di una volta, caratterizzata dalla produzione della pasta.

“Con il ritrovato e recuperato “archivio scolastico” e attraverso il valore che lo stesso esprime in termini culturali e storici, accompagnati anche dalle testimonianze dirette degli anziani, abbiamo voluto far riscoprire ai ragazzi anche la cultura e le tradizioni della terra di Oplontis – racconta la DS del Parini-Rovigliano prof.ssa Mariantonietta Zeppetella Del Sesto. Gli studenti coinvolti nel progetto sono in queste settimane “al centro”, protagonisti, dei giochi, dei mestieri, dei sapori, della storia e della cultura del territorio, per scoprire e conoscere emozioni, gioie, sensazioni e divertimenti del passato. Ciò servirà a sensibilizzare gli alunni – e si spera il territorio tutto – alla tutela ed alla valorizzazione del prezioso patrimonio culturale che il territorio offre e che troppo spesso è dimenticato”.

Alla Parini-Rovigliano, infatti, tra i numerosi “laboratori della memoria” vi è quello degli “antichi giocattoli” e della loro costruzione, come il classico “carruociolo” (il monopattino artigianale) e il “cavalluccio con la mazza di scopa e calzino”, o addirittura la creazione di una semplice “bambola di pezza” da accudire e coccolare come facevano i nostri nonni da bambini, ma anche i “giochi all’aperto” (dimenticati dalla modernità e dal consumismo) come il “pallone di cartapesta” (avvolto nella pezza intrisa di colla di farina) o il classico “gioco della campana”, dove si lanciava una pietra su caselle numerate da saltellarci sopra.

Poi ancora, un “laboratorio musicale” dove anziani zampognari hanno illustrato il funzionamento di una “zampogna” e di una “ciaramella” o come costruire e suonare una“tammorra” ed in settimana partirà poi un “laboratorio gastronomico” che vedrà la preparazione e cottura sia di “ricette della nonna” (raccolte intervistando tante anziane del posto) le cui pietanze non si cucinano più e sia altre ricette di decotti e infusi vari – sempre antiche e della “nonna”- che si usavano come rimedio agli acciacchi e ad alcune malattie per i loro effetti benefici e antidolorifici ma che hanno ceduto il posto al consumismo e alla globalizzazione della produzione delle case farmaceutiche.

Le due scuole, presenti l’una a nord e l’altra a sud del territorio oplontino, saranno questa volta unite in un unico percorso narrativo di grosso valore storico, culturale e sociale che appartiene alla città intera e che attraverso le due esposizioni (che vedranno un’inaugurazione congiunta a settembre) offrirà maggiormente quella visione d’insieme che deve innervarsi attorno al concetto di “memoria e comunità”, sul quale insiste da anni l’attività della A.P.S. Part-net e che questa volta è ancor di più ben rappresentato dal lavoro e dalle opere degli studenti che contribuiscono ad abbattere qualsiasi distanza e, per questo motivo, offrono – forse per la prima volta dai giovani – quella “leva” su cui poter sperare un futuro migliore.

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