Strategico ed umano, i due volti della Grande Guerra

Un Convegno Storico eccezionale, intitolato “1917 la Rinascita di una Nazione” si è svolto presso la prestigiosa cornice della Biblioteca Centrale Militare di Palazzo Esercito a Roma.

Un Convegno Storico eccezionale, intitolato “1917 la Rinascita di una Nazione” si è svolto presso la prestigiosa cornice della Biblioteca Centrale Militare di Palazzo Esercito a Roma.

Il giornalista Roberto Olla ha moderato due interventi importanti, uno più tecnico, strategico-militare tenuto dal Capo di Stato maggiore della Difesa Gen. Claudio Graziano, appassionato studioso e profondo conoscitore di storia militare, che ha analizzato da una prospettiva strategica il conflitto, con un particolare appunto sulla Battaglia di Caporetto, rivista non come una “disfatta”, ma una sconfitta degli Italiani dopo una strenua resistenza verso un incalzante e temibile nemico, che avanzava sulla linea di combattimento e aggrediva gli italiani in numero notevolmente superiore su più fronti, tanto da chiedersi come l’Esercito italiano abbia resistito per un tempo così prolungato, e quindi trattandosi di una battaglia all’inteno del quadro di una Guerra che al suo termine sarà vinta.
A seguire, l’intervento del giornalista Aldo Cazzullo, autore del libro “La Guerra dei nostri nonni” (1915-1918), che raccoglie le vicende, le testimonianze attraverso le lettere dei militari inviati dal fronte alle loro famiglie, di uomini e donne, coinvolti nel Primo Conflitto Mondiale.
Si racconta la sofferenza e le vicende di giovani trovatisi a combattere La Grande Guerra, che sarà poi vinta dopo indicibili battaglie e sforzi sovrumani, sorretti dalla solidità, dei valori e ideali, che risiedeva nell’animo dei combattenti richiamati al fronte. Uomini che per la prima volta si sono sentiti parte di una Nazione e non solo di un territorio inteso solo geograficamente unito. Si racconta di donne, figure collaterali che  – in assenza del così detto “sesso forte”, quello che fino ad allora aveva portato avanti l’economia del Paese attraverso il lavoro -, conquistano la loro emancipazione sostituendosi, anche nelle attività più pesanti, agli uomini che sono al fronte, diventando il motore dell’economia e dello sviluppo della Nazione.
In particolare si è data lettura della lettera di un soldato, inviata alla propria famiglia, sapendo che non tornerà vivo dal fronte, una preghiera affinchè loro continuino a raccontare e ricordare le imprese di questi giovani che hanno dato la propria vita per l’unità della Nazione e a tramandarle alle generazioni future perchè ricordino il sacrificio di una generazione per la libertà che oggi abbiamo, e di cui godiamo a distanza di decenni.
Dunque, due inteventi: uno più strategico e l’altro umano che dà anima e volto ai soldati che hanno combattuto la Guerra del ’15-’18.
Non c’è famiglia che non abbia perso un proprio familiare nel conflitto di cui in questi tre anni ricorre il Centenario, protagonista di una serie di celebrazioni che sono state organizzate dalla Difesa dal 2015 e che hanno interessato molte città italiane.
Al termine dell’intervista, il Ministro Pinotti ha concluso con un saluto e alcune osservazioni, davanti al pubblico selezionato di Autorità e cultori della materia storica, sottolineando alcuni argomenti affrontati dai due relatori intervenuti.

 

Fonte: Stefania Fini

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