SPORTARREDO DI GRUARO, AZIENDA RILEVATA UN ANNO FA DAI SUOI DIPENDENTI

“Il successo di Sportarredo è la miglior conferma per il coraggio dei suoi dipendenti che un anno fa hanno rilevato l’azienda costituendosi in cooperativa industriale e sono ripartiti, , nonostante la crisi, con un nuovo piano aziendale e nuovo entusiasmo per il rilancio del marchio e della loro attività”. E’ l’omaggio che l’assessore al lavoro e alla formazione della Regione Veneto, Elena Donazzan, ha reso oggi alla cooperativa Sportarredo di Gruaro (Venezia), ad un anno dall’operazione di rilancio assistita da Legacoop Veneto.

Con sede a Gruaro (Venezia) Sportarredo Group è una delle cinque cooperative industriali sorte in Veneto (inizio 2015) attraverso un’operazione di workers buyout accompagnata da Legacoop Veneto. Trent’anni di attività della precedente SpA, la cooperativa produce e commercializza apparecchiature solarium, apparecchiature per l’estetica e cosmetici. Otto soci lavoratori e un dipendente, all’assemblea soci di domani (28 giugno) presenterà il suo primo bilancio, che vede un valore della produzione pari a 1.107.258 euro – rispetto a una previsione che si attestava intorno agli 850mila euro –, un patrimonio netto di 330.172 euro e 230.800 euro di capitale sociale.

“In questo primo anno di attività – ha spiegato il presidente Claudio Pasquon – abbiamo voluto soprattutto consolidare la presenza sui mercati esteri di riferimento (Giappone e Stati Uniti in primis), impegno che nel 2016 ha portato al riconoscimento, da parte dell’ente americano FDA, di una certificazione fondamentale per chi voglia commercializzare prodotti per l’abbronzatura indoor nel territorio americano, prima azienda del settore in Italia ad averla conseguita”. E le prospettive sono di fare ingresso in mercati nuovi, finora poco considerati, come quelli colombiano e sudamericano, e di guardare poi alla Federazione Russa, alla Cina e a Singapore, e in rafforzamento quelli con il Medio Oriente.

L’assessore regionale Elena Donazzan ha garantito che la Regione Veneto “con le sue politiche continuerà a supportare la cooperazione industriale con strumenti e azioni mirati, a partire dalla buona formazione, fondamentale per accrescere le competenze manageriali e non solo dei cooperatori imprenditori”.

Con un valore della produzione di quasi 46 milioni e 692mila euro, un patrimonio netto di più di 22 milioni e 803mila, di cui oltre 8 milioni e 397.500 euro di capitale sociale, la cooperazione industriale di Legacoop Veneto conta 25 imprese cooperative, per lo più di piccola e media dimensione, che contano oggi 433 soci lavoratori e 443 addetti totali. Numeri che – presentati stamattina nella sede produttiva della cooperativa Sportarredo di Gruaro (Venezia) – raccontano la capacità di tenuta di fronte alla crisi, anche grazie a operazioni di workers buyout, cooperative nate da ex lavoratori di aziende fallite o in crisi.

Sono segnali importanti che Legacoop invita le istituzioni a cogliere e a sostenere. “Tra i nostri primi interlocutori c’è la Regione Veneto – spiega Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto – con la quale stiamo costruendo da tempo percorsi di collaborazione per promuovere e supportare questo preciso settore della cooperazione che è un pezzo significativo di economia del territorio. In tal senso l’incontro di oggi con l’assessore Donazzan è stato l’occasione non solo per presentare la situazione della cooperazione industriale associata a Legacoop Veneto, ma anche per evidenziarne le problematiche e le sfide, nonché condividere quali possano essere gli strumenti e le azioni possibili di sostegno”.

Del settore fanno parte imprese di meccanica e metalmeccanica, cantieristica navale e bonifica marina, vetro e serramenti, tessile, legatoria, arredamento…. “Per noi è un importante patrimonio che ha necessità di interventi e azioni dedicate, a partire dalla formazione –  ha spiega Mirko Pizzolato, responsabile del settore Cooperazione industriale di Legacoop Veneto – Crediamo che la cooperazione industriale possa offrire opportunità di imprenditorialità a chi non può contare su grandi capitali per partire, ad esempio ai giovani e a imprese e progetti start up, ma anche possa essere uno strumento importante in alcuni casi di crisi aziendale o di passaggio generazionale”.

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