“Sharing Art”, solidarietà artistica a Pompei

Si è tenuta a Pompei la conferenza stampa di “Sharing Art” il direttore artistico Luca Varone ha illustrato con dovizia di particolari, la caratteristica della struttura, in una residenza immersa nel verde, unica nel suo genere, in quanto totalmente a disposizione degli artisti per il primo progetto in Italia di arte condivisa.
Un’oasi felice, dove gli attori per 12 giorni, potranno esprimere sé stessi e formarsi, dimenticandosi della pandemia e della crisi che ne è derivata.
Luca Varone con l’aiuto del suo staff composto da Solange Corso, Elodie Serra, Carmen Piccolo, Marinella Gifuni, Pina Cavaliere, Matilde Campisi, Roberto Coppola, e la giornalista Carla Schiavo che moderava gli interventi, hanno spiegato l’originalità della iniziativa ovvero condividere l’arte tenendo vivo, il fuoco sacro della creatività.
Durante la conferenza stampa ci sono stati gli interventi di Gerardo Scala che ha presentato il suo libro “Una finestra sul mondo” e Danilo Gigante che ha presentato la mostra “Io sono italiano”.
A partire dall’8 Luglio fino al 27 Agosto, attori di teatro e cinema selezionati dalla direzione della compagnia Klimax -diretta da Luca Varone, prenderanno parte a “Sharing Art, I racconti della Villa” sceneggiatori e registi di rilievo nazionale che hanno sposato la causa e che condivideranno la propria esperienza: Vincenzo Caiazzo, Cristina Donadio, Gianfranco Gallo, Gerardo Scala, Augusto Fornari, Stefano Reali, Giovanni Esposito e tanti altri.
“La creatività non dovrebbe mai andare in lockdown – afferma Varone – così, in un momento critico per i lavoratori dello spettacolo, ho voluto trasformare la crisi in opportunità, dopo un primo momento di scoraggiamento, consapevole che il teatro vivesse la sua crisi già prima del Covid-19 mi sono rimboccato le maniche, approfittando di questo stop per studiare nuovi linguaggi teatrali e ho dato vita a questo spazio per assicurare agli artisti di continuare la creazione, la produzione e la realizzazione di nuove opere, generando così nuove opportunità di lavoro”.
Una risposta che vogliamo dare al mondo artistico, continua Varone, dare una mano ad artisti che si trovano in difficolta, stante la chiusura dei teatri, il covid ha soltanto acceso la luce, ma le difficolta di stanziamenti e di visibilità già erano presenti, “già eravamo in mutande”, questo tempo e questo spazio sono utili a traghettarci verso la ripresa, per sperimentare nuovi linguaggi teatrali e cercare di capire come attrarre di nuovo spettatori.
La responsabilità di questa deriva è anche nostra, siamo noi che dobbiamo cambiare linguaggio, altrimenti noi, il teatro e il pubblico saremo sempre più lontani e dovremo combattere sempre di più con i social media e quella generazione di “Tik-tok”, proporre i grandi classici può essere controproducente.

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