RIAPRE PUNTO NASCITE OSPEDALE PORTOGRUARO

Il Presidente della Regione del Veneto ha riaperto stamattina il punto nascite dell’ospedale di Portogruaro, la cui attività era stata sospesa nel 2015 per il sopravvenire di una grave carenza di personale che, per motivi di sicurezza delle partorienti e dei bambini, non ne permetteva l’attività.

“Su questo reparto sono state fatte chiacchiere scandalose, raccontando alla gente che sarebbe stato chiuso per sempre. Oggi siamo qui a riaprirlo, come promesso, con un primario, sette ginecologi, dodici ostetriche e quattro pediatri, dotazioni tecnologiche su standard internazionali e la guardia anestesiologica H24, che prima non c’era, che partirà dal 29 giugno. Promessa mantenuta, esattamente il giorno che avevo indicato da tempo. Ora vedremo cos’altro si inventeranno per raccontare alla gente la bufala che la Regione non vuole investire sull’ospedale di Portogruaro”.

Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto ha riaperto stamattina il punto nascite dell’ospedale di Portogruaro, la cui attività era stata sospesa nel 2015 per il sopravvenire di una grave carenza di personale che, per motivi di sicurezza delle partorienti e dei bambini, non ne permetteva l’attività.

All’evento erano presenti, tra gli altri, il Dg dell’Ulss 4 Carlo Bramezza, il Vescovo di Concordia-Pordenone Giuseppe Pellegrini, che ha benedetto il nuovo reparto, numerosi Sindaci dell’area e giovani donne in evidente stato di gravidanza, che saranno tra le prime a essere assistite dall’equipe guidata dal primario Antonino di Lazzaro, e che il Presidente ha voluto al suo fianco, con tutto il personale,  per l’intera cerimonia e durante il successivo sopralluogo alla struttura, dotata di una modernissima sala parto, di dieci culle per i neonati, due incubatrici e dieci posti letto di ostetricia.

“Da allora, mentre troppe bocche parlavano a vanvera – ha aggiunto il Governatore – sono stati fatti sei concorsi, diciassette scorrimenti di graduatoria e novanta raccomandate a singoli specialisti per ingaggiarli. Alla fine, la squadra è stata ricomposta, ed è una grande squadra, con la quale puntiamo a ritornare in fretta ai 700 parti del 2011, a recuperare la mobilità verso il Friuli e a riaprire l’attrazione dalla vicina regione. Senza contare tutti i servizi che verranno forniti anche grazie al lavoro in rete con l’ospedale di San Donà e con gli Hub più grandi”.

“La sanità veneta – ha detto con orgoglio il Governatore – ha fatto una scelta coraggiosa mettendoci la faccia: al diktat di un Governo Nazionale che impone di chiudere tutti i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, abbiamo detto che in Veneto non chiuderà nessuno e abbiamo risposto con un classificazione oggettiva che garantisce l’operatività in piena sicurezza di tutti. Stiamo parlando di parti il cui decorso sia mediamente normale, cioè il 99% dei circa 44.000 l’anno. Per quelli a rischio e caratterizzati da complicanze nella gravidanza ci si rivolgerebbe comunque alle grandi strutture superspecializzate che nel Veneto certo non mancano”.

Il Presidente della Regione ha concluso con una severa critica al sistema di selezione e formazione universitaria nazionale in medicina: “a Portogruaro, ma non solo qui – ha detto – siamo stati costretti ad una vera e propria caccia alle professionalità necessarie, e ciò accade soprattutto per la programmazione nazionale completamente sbagliata che, tra test d’ingresso a medicina e sistemi farraginosi nella gestione dei posti di specialità, tutto fa meno che rispondere alle reali necessità di professionalità giovani e volonterose dell’intero sistema sanitario”.

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