Leggere la storia con la cultura pop

Dal cinema alla musica, dalla televisione al web: al Suor Orsola un ciclo di incontri per raccontare come la cultura popolare influenza le evoluzioni della politica e della società

“La storia mondiale degli ultimi cento anni sarebbe incomprensibile senza i simboli, i linguaggi, il patrimonio culturale condiviso costruito dalle più varie forme di arte, spettacolo e intrattenimento che i mezzi di comunicazione di massa hanno riprodotto e diffuso”. Così lo storico Eugenio Capozzi presenta “Pop life.

Culture, società, arti, media nell’era globale”, il ciclo di incontri ideato e promosso dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per “raccontare l’ultimo secolo di storia e le sue evoluzioni sociali e politiche attraverso le evoluzioni delle forme d’arte e di comunicazione (dalla musica al cinema, dalla televisione al web, dal fumetto allo sport ‘mediatizzato’) che hanno costituito la vera e propria struttura portante di ciò che chiamiamo ‘cultura occidentale’ dall’emergere degli Stati Uniti sul proscenio mondiale fino alla fine della guerra fredda e dei totalitarismi”.

L’appuntamento è fissato nell’aula magna dell’Università Suor Orsola Benincasa con ingresso libero un pomeriggio a settimana (abitualmente il mercoledì o il giovedì) fino al 31 Maggi.

Giovedì 6 Aprile alle ore 16 nella Sala degli Angeli del Suor Orsola proprio Eugenio Capozzi, professore ordinario di Storia Contemporanea al Suor Orsola e coordinatore scientifico della rassegna, sarà il protagonista dell’incontro dedicato alla black music: “King Kunta. 60 anni di storia americana attraverso la black music”.

“Le società industrializzate occidentali del secondo dopoguerra – anticipa Capozzi – sono state segnate profondamente da mass media come cinema, radio, televisione, da supporti come dischi e nastri, e dai contenuti artistici popolari che questi mezzi hanno capillarmente diffuso. Nell’epoca del boom economico e demografico la nascita del ‘pop’ ha rivoluzionato i rapporti tra cultura d’élite e di massa: ogni sforzo di comprendere la storia del secondo Novecento deve dunque necessariamente prendere avvio dalla comprensione di questi nuovi linguaggi, e dei mutamenti profondi che essi accompagnano e raccontano”.

L’idea di questa rassegna nasce dal lavoro già condotto al Suor Orsola negli anni scorsi attraverso i cicli seminariali di “Ignobile Novecento” (da cui sta nascendo ora un volume collettivo curato da Emma Giammattei) e lo sviluppa proponendosi di costituire una rete tra studiosi di varie discipline per promuovere un lavoro sistematico di ordinamento e ricostruzione dei vari generi di espressione coinvolti, ai fini di un’interpretazione che tutti li comprenda e ponga in relazione.

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