LA REGIONE VENETO INVESTE SU LINGUA DEI SEGNI

La Regione Veneto mette a punto un piano triennale di azioni per l’inclusione delle persone con disabilità sensoriali (sordi, sordomuti, ipovedenti e non vedenti) e investe sulla diffusione della  lingua dei segni e di quella tattile.

“Sordità, ipoacusia, cecità sono handicap che creano condizioni di profondo isolamento, ma che possono essere contrastati grazie alla didattica, ad adeguate tecniche di comunicazione e alle moderne tecnologie“, premette l’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin.

In Italia sono circa un milione e 700 mila le persone con deficit di vista o di udito. Di queste, circa 180 mila sono sordocieche. I minori che frequentano le scuole primarie e secondarie sono 9.855 (dati 2015): nella maggior parte dei casi assommano ai deficit sensoriali anche altre disabilità come disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, motori e intellettivi.

“Il Veneto ha adottato pochi mesi fa la prima legge regionale per la rimozione delle barriere comunicative e l’inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriali – ricorda l’assessore – Ora, con il piano triennale messo a punto dalla Giunta regionale,  la Regione dà avvio ad una strategia composita di interventi di prevenzione e sanitaria, interventi di assistenza e accompagnamento scolastico e  interventi in ambito lavorativo, peraltro già previsti dalle leggi vigenti, abbinandoli a nuove azioni e strumenti per favorire l’accessibilità dei servizi, favorire informazione e comunicazione e sostenere l’effettiva inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriali”.

Tra le nuove iniziative previste ci sono la realizzazione di tg e trasmissione televisive che utilizzino la lingua di segni, da realizzarsi tramite intese tra Regione, Corecom ed emittenti, compresa la Rai,  la promozione di interpreti Lis (la lingua dei segni) nei rapporti con l’autorità giudiziaria, gli amministratori pubblici, medici o altri professionisti dei servizi, l’adozione di annunci scritti nelle stazioni e autostazioni per favorire l’accessibilità dei mezzi pubblici, il videointerpretariato online per aiutare l’accesso ai servizi sanitari di pronto soccorso e primo intervento, la produzione di eventi culturali informati accessibili alle persone sorde e sordocieche,  l’adozione di strumenti tecnologici di comunicazione non solo a scuola e nell’università, ma anche nei corsi di formazione e nelle aziende.

“Il piano disegna una ampia gamma di interventi possibili, realizzabili anche con limitati investimenti, per rendere effettiva la cittadinanza e la socializzazione delle persone con disabilità sensoriale – prosegue l’assessore – La dotazione finanziaria per il primo anno di interventi è di 100 mila euro, che si vanno ad aggiungere a quanto già stanziato in sanità per screening neonatali e cure assistenziali, in ambito scolastico con il servizi di assistenza e interpretariato nella lingua dei segni garantito su tutto il territorio regionale, e in ambito lavorativo per il collocamento mirato”.

“Il Veneto non parte certo da zero nell’abbattere le barriere comunicative – conclude l’assessore – Ricca è l’esperienza dell’Ens, dell’associazionismo e del terzo settore, nonché dei servizi già attivati, come i ‘lettori’ che assistono a domicilio gli studenti con deficit sensoriali (servizio provinciale da quest’anno preso in carico dalla Regione tramite le Ulss) e il videointerpretariato con la lingua dei segni nei Pronto Soccorso di alcuni ospedali come Jesolo, Caorle e Bibione, Padova, Cittadella, Camposampiero, Pieve di Soligo e Treviso. L’obiettivo del piano è estendere a tutto il territorio regionale pari opportunità di accesso a questi servizi, prevedere il linguaggio dei segni in tutte le comunicazioni istituzionali  e potenziare le opportunità comunicative e di inserimento sociale in tutti gli ambiti della vita sociale”.

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