Incontro sui monaci di Tibhirine al Centro Culturale di Milano

Tra il 1992 e il 2001, in Algeria, la morsa tra islamisti ed esercito provocò centocinquantamila morti, tra i quali anche 19 religiosi cattolici: suore, consacrati, monaci e il vescovo di Orano, la città dove soggiornò a lungo lo scrittore Albert Camus.

La vicenda della Chiesa in Algeria è una delle pagine più evangeliche del Novecento. Una presenza semplice, spoglia, libera e fedele a Cristo, soprattutto durante il dramma del terrorismo islamista.

Papa Francesco ha riconosciuto il martirio di questi «testimoni della speranza» elevandoli agli altari e indicandoli come principio di vita: essi sono uomini e donne che hanno deciso di restare a fianco dei propri fratelli e sorelle a costo della vita. In questa scelta di libertà, che ci interroga oggi personalmente e pubblicamente, raccontata anche nel celebre film “Uomini di Dio” sui Monaci di Tibhirine, si staglia la grandezza di questi “uomini nuovi”, che avevano già donato la vita nel quotidiano.

E perciò hanno accettato anche il rischio di una fine violenta, poiché “la nostra morte non ci appartiene” come affermò nel suo testamento l’abate di Tibhirine Christian de Chergé. Questa frase è diventata il titolo del libro in cui padre Georgeon, il postulatore della causa di beatificazione, racconta queste storie di fede e umanità che continuano a parlarci con la forza inesauribile dei martiri di ogni epoca.

Lunedì 12 novembre, ore 20.45 

Centro Culturale di Milano

Sala S. Antonio – via S. Antonio, 5 – Milano

Intervengono:

Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo emerito di Milano e presidente di Oasis

Padre Thomas Georgeon, postulatore della Causa di canonizzazione dei santi algerini, Abate del Monastero trappista Nostra Signora del SS. Sacaramento, Frattocchie

Coordina:

Giorgio Paolucci, giornalista

L’evento è organizzato dal Centro Culturale di Milano in collaborazione con Oasis.

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