Il Papa riceve l’Associazione Orfani della Vita

di Antonio D’Addio

1613939_233617896844649_835210433_nL’associazione “Orfani della Vita”, che fa capo alla cantautrice D’Aria suo presidente e all’attore Vincenzo Soriano è sempre parte attiva nei progetti che coinvolgono i giovani ospiti dell’Istituto Penitenziario di Airola. Così, i ragazzi del carcere mercoledì 2 aprile sono stati ricevuti in udienza speciale dal Santo Padre. Ad accompagnarli il direttore generale del Ministero della Giustizia Minorile Serenella Pesarin, il direttore del Centro Giustizia Minorile di Napoli Giuseppe Centomani, il direttore del carcere di Airola Antonio Di Lauro, il sindaco della città Michele Napoletano, un gruppo di educatori che con loro divide il quotidiano e Vincenzo Soriano, costantemente al loro fianco, partecipe di tutte le attività che riguardano i giovani ospiti della casa circondariale e in più di un’occasione loro portavoce, memore del suo passato di ragazzo disagiato. Tutto ha avuto inizio quando il carcere minorile è uscito fuori, oltre le sbarre e ha portato a compimento molti progetti utili al recupero e alla crescita dei suoi ospiti, dai corsi di ceramica alle esperienze in campo artistico, fino alla visita in Vaticano. Un’esperienza indimenticabile quella vissuta dai giovani detenuti, cominciata di buon mattino, quando, scortati dalla polizia carceraria, sono saliti sul furgone blindato che li ha portati in Vaticano.“Permesso, grazie e scusa” ribadisce il Papa nel discorso preliminare, dedicato al matrimonio e rivolto a tutti i fedeli, riuniti sulla piazza gremita di folla, “perché questa formula racchiusa in tre parole ci fa andare lontano: camminare in punta di piedi nella vita degli altri, ringraziare per quello che ci viene concesso e saper chiedere scusa per gli errori commessi”. Poi l’incontro tanto atteso, perché a parlare non è tanto il successore di Pietro sulla terra, ma l’uomo Francesco, che, non a caso, ha scelto il nome del poverello di Assisi, che si commuove di fronte
ai loro volti di adolescenti, ascolta con la semplicità che lo contraddistingue, connaturata a chi ha visto la sofferenza da molto vicino e per questo ha il dono di compatire, nel senso di “patire insieme”ed è in grado di arrivare dritto al cuore degli interlocutori. Ancor più, se di fronte ci sono giovani vite segnate da un percorso di dolore, capaci di percepire la sincerità d’animo e capaci altresì di grandi gesti di generosità. “A tutti i peccatori pentiti è destinato il perdono di Dio, purché il cuore non si indurisca tanto da non riuscire a sentire la voce del Signore”. I giovani detenuti gli offrono in dono un’acquasantiera in ceramica da loro realizzata e Papa Bergoglio si intrattiene a lungo con Vincenzo Soriano che gli racconta la sua storia di ragazzo dall’infanzia difficile, del suo impegno con i detenuti e con gli “ultimi” e che gli chiede di considerare la possibilità di visitare il carcere. Il Papa sorride, chissà!

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