De Falco (Cimo) “Subito la stabilizzazione dei precari del 118”

Ospedali campani senza guida, già in difficoltà per la carenza di personale, messi in ginocchio dai turni delle ferie con tanti incarichi apicali a scavalco a chi non ha i requisiti: Antonio De Falco segretario regionale della Cimo (Confederazione italiana medici ospedalieri) avverte: “Al Pascale mancano i ferristi, al Loreto Mare e al Cardarelli c’è penuria di medici e paramedici e i reparti di emergenza lavorano con turni massacranti acuiti dal caldo estivo e dal conseguente iperafflusso di pazienti. Lo stesso accade nelle sale operatorie del Pascale, all’ospedale San Paolo, al Vecchio Pellegrini e negli altri presidi di pronto soccorso delle zone turistiche della Regione. Al Cardarelli, in alcuni reparti chirurgici, per tamponare la situazione si assiste anche all’attribuzione della responsabilità di reparti e divisioni, mediche e chirurgiche – di Asl e ospedali – con incarichi a scavalco a chi non ha requisiti professionali specifici per il ruolo”.

“Il nodo dell’adeguamento delle dotazioni organiche di Asl e ospedali e della stabilizzazione dei precari resta una delle prime urgenze da affrontare sul fronte del governo della salute in Campania. “Un’emergenza che il nuovo governatore Vincenzo De Luca deve affrontare dopo un digiuno di assunzioni che dura da oltre sei anni e che si sovrappone, superandolo, al lungo periodo di commissariamento della Sanità regionale”.

“Quel che è certo – aggiunge De Falco – è che una fetta della salute dei cittadini campani, già messa in ginocchio dal blocco del turn-over, è assicurata dai medici precari. Ma la stabilizzazione, pur prevista da diverse norme locali e nazionali, non è una cosa semplice e va avviata subito”. De Falco ribadisce che la prima mossa da fare consisterebbe nel dare avvio a una ricognizione su quali e quanti medici e paramedici sono da stabilizzare. “L’ultimo monitoraggio risale al 2012 e conta circa 1.293 precari nei vari ruoli, compreso quello amministrativo, ma si è poi rivelato errato. Secondo quel calcolo Benevento dava zero mentre in realtà in quel territorio abbiamo conteggiato almeno quaranta contrattisti a tempo determinato”.

Il primo nodo da affrontare? I dipartimenti di emergenza e la dotazione del 118 che funziona con i medici convenzionati di cui tutti si dimenticano. “Qui il Dpcm dello scorso marzo – continua De Falco – prevede un percorso di stabilizzazione a costo zero per il Servizio sanitario regionale che intanto eviterebbe subito il vuoto che si crea tra la stipula di un contratto e la successiva proroga”.

De Falco parla di una selva di norme da armonizzare, di percorsi e procedure che in alcuni casi confliggono con l’impianto normativo nazionale: si va dai decreti commissariali 29 e 30 del marzo scorso a legge del 30 ottobre del 2013 su superamento del precariato nella pubblica amministrazione, all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato per finire con il Dpcm dello scorso marzo. Norme confuse che ad esempio discriminano tra chi è stato assunto prima o dopo il 30 ottobre del 2013 e non ha ancora maturato i requisiti previsti pur lavorando da anni nel Ssr. Stabilizzare il personale medico ma anche avviare i concorsi per il nuovo personale da assumere in base allo sblocco del turn-over. “Anche in questo caso bisogna dare la precedenza alla mobilità interaziendale e interregionale, all’assorbimento degli esuberi delle Provincie senza contare il fatto che la Legge Finanziaria prevede lo scorrimento di tutte le graduatorie. Regole che quasi nessun direttore generale o commissario in carica osserva”.

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