Danze del mondo nel carcere femminile di Pozzuoli

È stato un grande successo di pubblico il saggio di fine anno delle allieve detenute nella casa circondariale femminile di Pozzuoli. Applausi a scena aperta per “Oriente e Occidente, Nord e sud del Mondo”, lo spettacolo diretto – per il quinto anno consecutivo – da Annalisa Virgili che ha visto protagoniste ragazze provenienti da paesi diversi: Romania, Somalia, Serbia, Nigeria, Tunisia, Kirghizistan, più tre italiane.

Sul palco, tra un sirtaki ed un flamenco, è stata rappresentata la contaminazione della danza, vera metafora delle attuali migrazioni dei popoli e dell’integrazione razziale. “La nascita della danza orientale deriva, presumibilmente, dalla grande migrazione di un unico ceppo etnico, che abbandona le regioni dell’Asia centrale su direttrici diverse” – spiega la Virgili –.“Una in direzione della penisola Arabica, con la successiva penetrazione nel territorio Nord Africano, e forse, attraverso questo, in Europa attraverso la Spagna (il nome inglese “Gipsy” è stato per lungo tempo considerato una corruzione del termine “Egyptian”); un altro, spostandosi invece verso le coste dell’Anatolia, risale i Balcani per raggiungere il cuore dell’Europa Centrale”.

Per questo, l’evento ha voluto trasmettere il senso di appartenenza di ciascuna delle ballerine interpreti, rivisitato però in chiave occidentale e moderna: drappi d’oro e di bronzo hanno fatto da sfondo a corpi sinuosi racchiusi in abiti neri prima, colorati poi, capaci di sedurre ma, anche, di coinvolgere giocosamente gli ospiti in sala.

Nel corso della serata è stato presentato il libro, di prossima uscita: “Danze orientali dall’interno del carcere: cinque anni nell’harem di Pozzuoli”, scritto da Annalisa Virgili e Ornella d’Anna. Prefazione a cura dello scrittore Maurizio de Giovanni, postfazione di Piero Avallone, giudice del Tribunale per i Minorenni di Napoli.

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