Adoces, dal Veneto nuova campagna di sensibilizzazione

Per coinvolgere i media, è stato inoltre organizzato un corso di formazione in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti regionale. Per la formazione dei volontari delle associazioni sono organizzati tre corsi di aggiornamento: ad Adria, a Rovigo e a Verona al Centro trapianti midollo osseo, che è anche centro di riferimento per i trapianti e i prelievi ai donatori veneti trovati compatibili.

Forti di numeri da primato a livello nazionale, ma non per questo appagate, l’Associazione Donatori Cellule Staminali – Adoces e la Regione del Veneto hanno lanciato oggi da Venezia una nuova campagna di informazione e sensibilizzazione per avvicinare le persone, soprattutto i giovani, alla donazione del midollo osseo che, contrariamente a quanto spesso si crede, è indolore e non comporta alcun rischio per il donatore, e le giovani coppie alla donazione del cordone ombelicale, che contiene un prezioso sangue ricchissimo di cellule staminali, e che, senza specifica autorizzazione, deve essere gettato via dopo il parto.

A fare da testimonial alla presentazione della campagna, che sfrutterà opuscoli, materiali cartacei e i social, c’erano l’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, la responsabile di Adoces Alice Vendramin Bandiera, i direttori generali delle Ullss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, e 4 Veneto Orientale, Carlo Bramezza, il direttore del presidio ospedaliero dell’Ulss 5 Polesana Paolo De Pieri, la dottoressa Alessia Orsini del Centro Trapianti Midollo Osseo dell’Azienda Ospedaliera di Verona, la Coordinatrice dei corsi di laurea di Ostetricia dell’Università di Padova, sede di Treviso, Patrizia Mussi, il Presidente dell’Associazione Italiana Leucemie di Treviso, Ernesto Bosa, la direttrice del dipartimento di medicina trasfusionale di Treviso, Arianna Veronesi.

La campagna sarà realizzata in collaborazione con le Ullss 1 Dolomiti, 2 Marca Trevigiana, 4 Veneto Orientale e 5 Polesana, che distribuiranno materiali e diffonderanno informazioni attraverso tutte le loro strutture ospedaliere e territoriali. Il loro lavoro sarà anche coadiuvato da una presenza sui social e sul web, dove si troverà anche un gioco, “StemCellsGame”, scaricabile collegandosi al sito www.adocesfederazione.it , che consentirà di partecipare anche a un concorso a premi. Per coinvolgere i media, è stato inoltre organizzato un corso di formazione in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Per la formazione dei volontari delle associazioni sono organizzati tre corsi di aggiornamento: ad Adria, a Rovigo e a Verona al Centro trapianti midollo osseo, che è anche centro di riferimento per i trapianti e i prelievi ai donatori veneti trovati compatibili.

“Abbiamo finanziato e sostenuto con convinzione quetsa bella iniziativa – ha detto l’Assessore Lanzarin – perché “donazione” è una parola magica che, in sanità, significa vita, sia che si tratti di un organo, che di cellule come in questo caso, che di sangue. La grande generosità da sempre espressa dalla gente veneta ha anche bisogno di informazione e accompagnamento verso una scelta consapevole per accrescere, se ancora ciò fosse possibile, la propria incisività. Le donazioni sono un settore straordinario, dove si compenetrano le grandi capacità cliniche dei nostri sanitari e ricercatori, l’azione costante e mai doma delle Associazioni di volontariato, la generosità delle persone che donano e delle famiglie che acconsentono all’espianto nel caso della donazione di organi. Si chiama integrazione socio sanitaria: quella caratteristica tutta veneta basata sulla capacità di organizzare un welfare a 360 gradi, dove aspetti sanitari e sociali sono trattati come una cosa sola. Ogni adesione in più alla donazione è una vittoria. Per questo auguro ad Adoces e a questa campagna di raggiungere il risultato prefissato accrescendo numeri già molto significativi”.

Il Registro Italiano Donatori Midollo Osseo in Veneto conta 64.595 donatori iscritti e quelli effettivi (che hanno già donato) sono 864, ciò significa che 1 donatore su 74 è giunto alla donazione. Se si paragonano i dati veneti con quelli di altre regioni, ad esempio quelli dell’Emilia Romagna, dove avviene maggiormente il reclutamento di donatori nelle piazze a seguito di appelli, su 57.163  iscritti, 361 sono giunti alla donazione, ovvero 1 donatore su 158. L’attività di prelievo dei donatori viene eseguita presso il Dipartimento di Medicina Trasfusionale e Centro Trapianti Midollo Osseo di Verona, che è anche Centro di riferimento per i trapianti allogenici dei pazienti del Veneto ed extraregionali. Il Veneto con l’attività di reclutamento attraverso la rete trasfusionale rappresenta un modello operativo vincente perché Il Registro donatori IBMDR è finalizzato alle “donazioni” e non ai “donatori”. Nei Centri donatori regionali gli indici vanno da 1 su 74 di Verona a 1 su 151 di Padova.

Il sangue del cordone ombelicale è un’altra fonte importante di cellule staminali emopoietiche impiegate nei trapianti e, più recentemente, anche per la produzione di farmaci.  Le banche attive in Veneto sono tre: Padova, Treviso e Verona. In tutti i Punti Nascita della regione è possibile donare il sangue cordonale e tutte le neomamme, se idonee, possono farlo. Le associazioni aderenti ad Adoces collaborano in modo molto attivo, mettendo a disposizione una segreteria per gli appuntamenti delle anamnesi e personale ostetrico che effettua il counselling pre-donazione direttamente nei Punti Nascita collegati alla Banca del sangue cordonale di Treviso, capofila del progetto. Le unità di sangue cordonale inviate dal Veneto per i trapianti sono 149, a beneficio di pazienti italiani e internazionali. Il sangue cordonale può essere utilizzato sia per fini trapiantologici a beneficio di pazienti affetti da patologie emopoietiche, sia per le trasfusioni di globuli rossi ai bambini prematuri. Le unità di sangue cordonale non idonee alla crioconservazione a scopo trapiantologico non sono meno importanti: vengono utilizzate per la produzione del plasma ricco di piastrine gelificato per la cura di ulcere del piede diabetico, per l’epidermolisi bollosa dei cosiddetti “bambini farfalla” e per produrre colliri per la sindrome DES Syndrom (occhio secco, per i pazienti fragili sottoposti a chemioterapie e per altre patologie). Le brochure realizzate per questa campagna informano le coppie di questa opportunità affinché si sentano più gratificate dal donare.

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