8 MARZO FESTA DELLA DONNA IL GIORNO DELLE MIMOSE

Lopa: “Con le donne l’agricoltura in Campania deve guardare al futuro Il loro aspetto delicato nasconde forza e vitalità, per questo la mimosa è simbolo di forza e femminilità”.

L’agricoltura campana, ed in particolare quella del territorio della Provincia di Napoli è sempre più Donna. Sono donne, infatti, un terzo degli imprenditori agricoli a tempo pieno e, di questi, circa il 30 per cento tiene le redini di grandi aziende, che contano tra i 20 e i 50 ettari ed anche oltre. È proprio tra di loro che si registra la percentuale più elevata di imprenditrici forti di una formazione agricola completa e un altro 70 per cento, soprattutto nella fascia di età più avanzata, affianca il coniuge nella conduzione dell’impresa, che si caratterizza da una presenza sempre più salda ed essenziale delle donne. L’8 marzo è anche l’occasione per ricordare il ruolo e l’impegno delle donne in agricoltura. Cosi il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura sull’8 Marzo Festa della Donna. La festa delle donne si festeggia con le mimose la cui produzione, sul nostro territorio, si aggira intorno ai circa 121 milioni di steli, coltivati su circa 600 ettari da 2000 imprese, soprattutto in Liguria e destinati anche all’esportazione in Francia, Svizzera e Paesi del Nord Europa. Il loro aspetto delicato nasconde forza e vitalità, per questo la mimosa è simbolo di forza e femminilità. L’8 marzo, il grazioso fiore giallo che sboccia in particolare nel ponente ligure e accende di giallo i terrazzamenti che si affacciano sul Tirreno, raggiunge il clou delle vendite. Secondo le stime, quest’anno le condizioni climatiche hanno però penalizzato la produzione del 30 per cento, ma saranno comunque quasi quindici milioni i mazzetti di mimose che saranno offerti alle italiane. Un acquisto ambientalmente corretto, ribadisce il rappresentante dell’Agricoltura, perché si tratta di una coltivazione realizzata in zone collinari svantaggiate con tecniche sostenibili dal punto della salvaguardia del territorio. Il prezzo pagato all’imprenditore agricolo nelle zone di produzione si aggira circa sui 6-7 euro al chilo, un valore che si moltiplica al consumo dove viene venduto a costi che variano a seconda del tipo di confezione e del luogo: dal rametto di 2-3 euro al mazzo di 15 euro. In Italia quasi una impresa agricola su tre è condotta da donne e negli ultimi dieci anni la loro presenza alla guida delle aziende è aumentata rispetto agli uomini, afferma Lopa. Secondo una recente indagine, le donne impegnate in agricoltura guidano aziende di media-grande dimensione (55 per cento sopra i dieci ettari), sono tecnologicamente avanzate (il 70 per cento ha introdotto nuovi macchinari), attente alle coltivazioni biologiche ed ecocompatibili (60 per cento) ed orientate verso produzioni più intensive (allevamento, ortofrutta e vino). La presenza delle donne si impone con una presenza superiore alla media nell’agriturismo (11 per cento), nelle fattorie didattiche (10 per cento), nel valorizzare la biodiversità con il salvataggio di piante e animali in via di estinzione (3 per cento) e nella vendita diretta ai consumatori dei propri prodotti (25 per cento). L’intraprendenza e la creatività delle donne sono delle risorse per garantire un futuro sostenibile e competitivo all’agricoltura. Tra il mondo femminile e la terra c’è da sempre un rapporto atavico; la sfida, ha sottolineato Lopa, sta nel trasformare questo legame ancestrale in contemporaneità.

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